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Call center, Abramo perde la commessa Tim: restano senza lavoro 493 dipendenti fra Palermo, Catanzaro e Cosenza

A comunicarlo sono le segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni. Le Rsu hanno incontrato i rappresentanti dell’azienda Abramo in amministrazione straordinaria

La sede di Crotone della Abramo customer care

Dal primo gennaio 2024 i lavoratori della Abramo customer care di Montalto Uffugo, Catanzaro e Palermo saranno collocati in cassa integrazione a zero ore. Tim ha deciso di cessare il contratto con l’azienda calabrese e quindi quelle sedi saranno chiuse.

A comunicarlo sono le segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, le Rsu che questa sera hanno incontrato i rappresentanti dell’azienda Abramo in amministrazione straordinaria: «La società - rendono noto i sindacati - ha informato che Tim, con decorrenza 1 gennaio 2024, ha comunicato la cessazione del contratto commerciale per le attività di consumer sia lato fisso che mobile, oltre alle attività tecniche del 187, confermando, al contempo, il contratto relativo alle attività business. Secondo la missiva inviata dalla committente Tim, non si tratterebbe di un cambio di appalto, in quanto le attività cessate non saranno gestite da altri fornitori. I rappresentanti aziendali hanno comunicato che, a seguito della disdetta del contratto commerciale di Tim per le attività consumer (119, 187, digital care, 187 tecnico), loro malgrado, sarà complicato, se non addirittura inutile, proseguire con il mantenimento delle sedi di Montalto Uffugo, Catanzaro, Palermo».

La Abramo CC, con sede principale a Crotone (nella foto), conta ad oggi 1.070 lavoratrici e lavoratori e, sostengono i sindacati «questa decisione del committente Tim impatterà su 493 dipendenti, tra Catanzaro, Cosenza e Palermo, che a partire dal primo gennaio saranno collocati in cassa integrazione a zero ore». I sindacati «stigmatizzano fortemente il comportamento di Tim» sostenendo che «non è accettabile per la più grande azienda del comparto delle telecomunicazioni eludere una legge dello Stato (L.11/2016) e quanto sancito dall’art.53 bis del Ccnl delle telecomunicazioni. Ancor più grave risulta cessare i contratti commerciali ad una azienda in procedura concorsuale, gestita da pubblici ufficiali impegnati nel bando di gara per la “vendita” dell’azienda, da parte di una committenza che conta tra i propri azionisti anche Cassa Depositi e Prestiti, su cui saranno valutati eventuali profili di illegittimità». Per questo le organizzazioni sindacali annunciano che richiederanno, «ad horas, un incontro urgente ai ministeri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy, coinvolgendo direttamente la committenza Tim». Inoltre proclamano lo stato di agitazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori di Abramo, riservandosi nelle prossime ore di comunicare le azioni e le iniziative che saranno realizzate «per scongiurare un dramma occupazionale, difendendo l’occupazione di 493 lavoratori tra Calabria e Sicilia».

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