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Contratto dei dipendenti della Regione Siciliana, si allarga il budget: più margini per promozioni e benefit

Il paradosso della contrattazione già avviata ma fermata in corsa e da rimodulare: secondo il governo i criteri erano troppo restrittivi

Palazzo d'Orleans

Appena riprese dopo oltre un anno, le trattative per il rinnovo del contratto dei dipendenti della Regione Siciliana devono fermarsi. Le bozze di accordo che l’Aran ha distribuito ai sindacati martedì scorso vanno riscritte e solo allora si potrà tornare al tavolo. Questo ha chiesto l’assessore al Personale, Andrea Messina, al commissario dell’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego Accursio Gallo.

La lettera di due pagine che l’assessore ha fatto recapitare ieri pomeriggio (19 ottobre) all’Aran ha creato grande confusione negli uffici e nelle segreterie sindacali. Messina ha formalmente contestato gran parte dei punti sui quali il commissario dell'Aran stava discutendo con i sindacati. Secondo Messina «non rispecchiano l'atto di indirizzo che il governo aveva inviato allo stesso Aran».

Sulla base di questa prima lettura sembrava che l’assessore stesse chiedendo all’Aran di restringere la spesa e dunque i margini di trattativa. E questo sarebbe stato un colpo da ko al contratto, perché i sindacati erano tornati al tavolo solo dopo le rassicurazioni da parte del presidente Renato Schifani che si sarebbe almeno iniziato a parlare di riclassificazione e indennità aggiuntive agli aumenti base decisi a livello nazionale (da 80 a 150 euro al mese a seconda della categoria). Ma dopo la prima lettura le segreterie dei sindacati hanno interpretato in modo opposto le parole dell’assessore: con quelle due pagine il governo sta chiedendo di allargare le maglie della spesa accogliendo in modo più deciso le richieste di quasi tutte le sigle.

Ciò deve avvenire, secondo Messina, su una decina di punti. E su tre in particolare: «Non si riscontrano nella proposta dell’Aran ai sindacati sufficienti apprezzamenti sulla riclassificazione». Cioè sulla manovra che dovrebbe portare almeno un migliaia di promozioni dalle categorie basse verso quelle alte. Per l’assessore è restrittiva pure la base di partenza della trattativa sulle progressioni economiche. E, soprattutto, manca una proposta per le indennità correlate (c’è solo quella per la reintroduzione del bonus legato al disagio).

Per l’assessore «tutte queste carenze vanno corrette». E Gallo, ricevuta la lettera, ha risposto annunciando di essere pronto «a recepire le indicazioni del governo rispettando le direttive di legge e tenendo conto delle pronunce della Corte dei Conti». Il commissario dell’Aran, da avvocato, ha usato una formula giuridica per chiedere di fatto copertura economica a una manovra che, come descritta dall’assessore, costerebbe molto di più dei 50 milioni oggi disponibili. Anche dal punto di vista politico, in quanto un aumento delle promozioni limiterebbe, dato il costo, la possibilità di fare assunzioni dall’esterno proprio in un momento in cui Schifani ha ottenuto da Roma lo sblocco del turn over che porterà a 750 nuovi ingressi negli assessorati.

E tuttavia è su queste basi che dalla prossima settimana si dovrà ricominciare a trattare. Innanzitutto riscrivendo la bozza di partenza. E questo piace ai sindacati. «La lettera dell’assessore Messina che chiede all’Aran di rivedere la bozza presentata ai sindacati martedì scorso va incontro alle nostre richieste: si tratta infatti di una proposta non condivisibile e ci auguriamo che questo dia nuovo impulso alle trattative» hanno detto a caldo Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal.

Per Paolo Montera e Fabrizio Lercara, segretario generale e responsabile per l’ente Regione della Cisl Fp, «la proposta ricevuta dall'Aran è inverosimile, inadeguata e irricevibile. Bene la nota dell’assessore Messina che riporta la contrattazione nell’alveo di un confronto costruttivo. Adesso il confronto riprenda all’interno delle direttive date dal governo. In particolare, mancano i riferimenti alle norme per l’impiego delle risorse per la riclassificazione. Non si evince alcuna valorizzazione del diritto alla crescita professionale attraverso una riqualificazione del personale divenuta, sempre più, ormai improcrastinabile. Non c’è alcuna riscrittura dei profili professionali in relazione alle nuove esigenze sia della pubblica amministrazione regionale». E anche per Gianni Borrelli e Maurizio Camnarda della Uil Fpl «la lettera di Messina è condivisibile perché chiede di inserire nell'accordo ciò che noi chiediamo da tempo. Tanto è vero che l'Aran ci aveva già convocati per martedì e in quella occasione avremmo discusso delle modifiche alla bozza. Ora è importante che la trattativa non si blocchi».

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