«In sei anni al porto di Palermo gli occupati sono cresciuti di 5 mila unità, da 18 mila del 2017 a 23 mila di oggi. Un’occupazione che è cresciuta in maniera che definirei a tempo indeterminato, perché è nata su una base solida e si fonda sulla creazione di economia reale - Lo dice Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia occidentale, nel corso del Forum «Ansa incontra».
«Non abbiamo messo su infrastrutture slegate dal mercato - aggiunge -, ma abbiamo strutturato un piano industriale, lo abbiamo raccontato al mercato, a chi voleva investire, a chi voleva arrivare dal mare in Sicilia, lo abbiamo fatto per tutti i settori della blue economy: per le merci, per il cabotaggio nazionale, per i collegamenti con le isole, per gli aliscafi e per i traghetti tipici che collegano Palermo la Sicilia».
Ma nei piani dell’Autorità c’è anche la cantieristica navale. «Quando sono arrivato Fincantieri produceva tronconi nel bacino di Palermo, solo tronconi per le navi che venivano poi assemblate costruite a Monfalcone. Oggi, oltre ai tronconi si costruiscono pure navi. abbiamo in corso 150 milioni di interventi per la costruzione del bacino da 150 mila tonnellate, che da un lato darà ulteriori 3.000 posti di lavoro dall’altro realizzerà un’infrastruttura che consentirà a Fincantieri di costruire navi anche a Palermo».
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