Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Imprenditrici, manager, politici e professionisti a confronto: «Che spazio hanno le donne a Palermo? Le briciole»

La fondazione Bellisario accende i riflettori sulla condizione femminile nel mondo del lavoro

«Che spazio hanno le donne a Palermo? Le briciole. In generale, non si tratta di avete un ruolo maggiore, ma di lavorare tutte: un bambino su dieci ha oltrepassato la soglia della povertà, se le donne non lavorano l’Italia non ce la fa». Marcella Cannariato, delegata per la Sicilia della fondazione Bellisario, accende i riflettori sulla condizione femminile nel mondo del lavoro, ad oggi ancora ben distante da ciò che può essere chiamato parità.

L’occasione è la ventitreesima edizione di «Donna Economia & Potere», seminario internazionale della Fondazione Marisa Bellisario in programma oggi e domani (7 ottobre) al Convitto nazionale Giovanni Falcone di Palermo, con il patrocinio del Senato, della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio dei ministri. I temi sul tavolo sono e saranno di più stretta attualità: politica, sostenibilità, demografia, giustizia, lavoro, intelligenza artificiale e cultura. Ma anche, e soprattutto, violenza.

Dal dibattito, verrano generati dossier, che saranno poi presentati alla politica: un punto di vista tutto al femminile, che verrà fuori dagli otto tavoli, cui ha partecipato anche il direttore del Giornale di Sicilia, Marco Romano, dove si confronteranno oltre 300 tra imprenditrici, manager, politici e professionisti. «Ci sono due strade davanti a noi per affrontare la sfida che la vita ci sta ponendo - ha sottolineato Lella Gandolfo, presidente associazione Marisa Bellisario, durante il discorso di apertura -: la prima è scegliere il ruolo della vittima, cercando nuove scuse alla nostra pigrizia. La seconda è decidere di gestire le difficoltà con lungimiranza. Noi donne abbiamo ben chiaro cosa e come fare. Presumibilmente da sempre. L’Italia che noi donne vogliamo è una Repubblica fondata sul lavoro per tutti: donne e uomini».

Il lavoro femminile, dunque, non è solo una conquista, un diritto, ma diventa risorse per un paese che cresce poco. «Puntare sul lavoro delle donne è oggi la scommessa più conveniente per tutti noi - ha proseguito Gandolfo - perché significa nuovi posti di lavoro e una nuova ricchezza diffusa. E significa pure meno culle vuote e meno bambini poveri».

Un primo aiuto al lavoro rosa è arrivato dal governo Draghi: il governo tecnico a guida dell'ex presidente della Bce aveva dato un’accelerata alla costruzione degli asili nido, luoghi di grande aiuto per le mamme lavoratrici. Ma in ombra sono rimaste quelle donne vittime di violenza, che per riacquistare la propria libertà e indipendenza hanno bisogno di sostegno economico e di un lavoro: «È necessario che ciò che ha fatto il governo Draghi con gli asili nido - ha sottolineato l’onorevole Maria Stella Gelmini, seduta al tavolo tematico della violenza sulle donne - venga attuato adesso con i centri antiviolenza. Sono pochi, in alcune regioni mancano e bisogna intervenire strutturalmente utilizzando la prossima legge di bilancio. Va inoltre finanziato il reddito di libertà, misura necessaria e urgente».

Centri anti violenza che Ganfolfo ha individuato nei beni confiscati alla mafia: «I beni dello Stato che vince la violenza devono diventare luoghi di accoglienza e formazione per le donne vittime». Le criticità sul lavoro, però, si annidano anche e soprattutto all’interno delle aziende. Da qui, il suggerimento di Claudia Cattani, referente del Lazio della fondazione e presidente di Bnl-Bnp Paribas: «Bisogna introdurre all’interno delle aziende un meccanismo che attivi il così chiamato scouting - ha spiegato - occorre creare dei meccanismi di riconoscimento per far emergere i talenti femminili: il mio suggerimento è di inserire la capacità di fare emergere i talenti femminili nel sistema premiante delle aziende. In questo modo, si abbattono maggiormente le barriere. Non vuol dire - prosegue - che le donne devono essere promosse in posizioni rilevanti se non ne hanno le caratteristiche, ma è un modo per far emergere il talento che indubbiamente rimane nascosto in molte aziende».

Ai tavoli anche l’ex sindaco della capitale, Virginia Raggi, che lapidaria, in una battuta, ha restituito la fotografia di cosa ancora oggi le donne subiscono una volta al “potere”: «La più grande difficoltà? Non mi è stato perdonato nulla».

nel video Lella Gandolfo, presidente fondazione Marisa Bellisario; Marcella Cannariato, delegata Sicilia; Claudia Cattani, presidente banca Bnl-Bnp Paribas; Maria Stella Gelmini; Virginia Raggi

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia