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Salvi i 19 posti di lavoro all'Italtel di Carini, scattano i contratti di solidarietà

Ma i sindacati si dicono «non completamente soddisfatti del risultato ottenuto, perché ancora una volta il territorio siciliano avrà il prezzo più alto da pagare»

L'ingresso dell'Italtel di Carini

Sono stati scongiurati i licenziamenti dei diciannove lavoratori di Italtel Carini. Ne danno notizia i sindacati. L’azienda, spiega una nota, al tavolo ministeriale con i sindacati ha mostrato un’apertura sull’utilizzo dei contratti di solidarietà, attraverso i quali si distribuisce su una platea più ampia di lavoratori il peso dell’esubero strutturale dichiarato dall’azienda. Oggi era l’ultimo giorno per scongiurare i licenziamenti previsti dalla procedura aperta dall’azienda a fine febbraio.

«Durante gli scioperi e le proteste avevamo condiviso con i lavoratori che non avremmo accettato alcun licenziamento e che gli esuberi previsti dal piano di Italtel dovevano essere gestiti in maniera non traumatica», affermano i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm (le federazioni dei metalmeccanici di Cisl, Cgil e Uil) Antonio Nobile, Francesco Foti e Enzo Comello insieme alle Rsu Italtel Carini.

«Gli esuberi - proseguono i sindacalisti - previsti in procedura nel sito di Carini, si sono tradotti però in un coinvolgimento troppo ampio dei lavoratori, in particolar modo quelli con la percentuale più alta di sospensione rispetto alle ore lavorabili. Dopo una dura trattativa siamo riusciti ad abbassare la percentuale massima di riduzione oraria oltre che ridurre le unità che verranno coinvolte da tale massiccia riduzione nel sito siciliano».

«Pur non essendo completamente soddisfatti del risultato ottenuto - dicono inoltre Fim, Fiom e Uilm -, perché ancora una volta il territorio siciliano avrà il prezzo più alto da pagare, abbiamo dato il consenso alla firma dell’accordo che prevede il contratto di solidarietà come alternativa al licenziamento dei lavoratori. Un prezzo troppo alto da pagare a fronte di un possibile accordo». L'azienda, sottolineano, «ha aspettato gli ultimi giorni per dare un’apertura, usando come minaccia la scadenza della procedura che le avrebbe permesso di licenziare. Fino ad oggi ha rifiutato qualsiasi interlocuzione con i territoriali e le istituzioni locali e regionali, prima e durante la fase della procedura, per affrontare temi specifici di Carini».

Fra i punti in discussione, secondo i sindacati, ci sono la sede storica venduta senza averne trovato una nuova, la mancanza di investimenti e prospettive su attività core della nuova Italtel. «Siamo preoccupati - affermano i sindacalisti- che un altro pezzo di industria lasci il nostro territorio. Per questo chiediamo alle istituzioni locali e alla Regione Siciliana, tramite l’assessorato alle Attività produttive, di convocare nuovamente l’azienda, che adesso non ha più alibi, per affrontare le questioni di Carini». I sindacati fanno sapere che convocheremo i lavoratori, «riservandoci di attivare tutte le azioni che riterremo utili in difesa del sito siciliano».

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