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Laboratori d’analisi in Sicilia, il budget è esaurito: esami solo a pagamento

Stop ad esami e visite specialistiche con il ticket in gran parte delle strutture private siciliane convenzionate con il servizio sanitario: il budget concesso dalla Regione, infatti, si è già esaurito per cui le prestazioni per i pazienti saranno assicurate solo a pagamento.

A segnalare il caso un lettore del Giornale di Sicilia che, per fare gli esami del sangue alla figlia affetta da un handicap del 100%, si è recato nel laboratorio di analisi Di Piazza di Palermo, scoprendo la brutta sorpresa: «I responsabili mi hanno riferito che è finito lo stanziamento della Regione e che quindi le ricette non servono più perché bisogna saldare interamente il costo delle prestazioni. L’alternativa sarebbe quella di rimandare tutto all’anno prossimo: per quanto mi riguarda non ho aspettato e mia figlia ha fatto gli esami a pagamento, mi chiedo come si comporterà chi non ha le mie stesse possibilità economiche».

Conferma tutto il dottor Mario Di Piazza, direttore sanitario del laboratorio attivo dal 1950, che svela di aver anticipato circa centomila euro per continuare ad offrire ai propri clienti la possibilità di accedere ai controlli per la salute grazie al ticket: «Le risorse che ci erano state assegnate erano già terminate a settembre, ma abbiamo continuato ugualmente a erogare le prestazioni – racconta il dottor Di Piazza –. Adesso siamo stati costretti a fermarci anche perché la Regione non garantisce il recupero delle spese in eccesso, il cosiddetto extra budget: nonostante le tante sollecitazioni da parte delle strutture private, questo problema si verifica puntualmente ogni anno e la programmazione regionale non riesce a porre un rimedio. La verità è che non abbiamo interlocutori».

Uno dei problemi sarebbe collegato proprio ad una carente valutazione dei costi sostenuti per gli esami e le visite specialistiche: «In base alle tabelle stilate dalla Regione – continua Di Piazza - per il prelievo della glicemia ci vengono riconosciuti appena 94 centesimi mentre in Emilia Romagna agli ambulatori privati accreditati con il servizio sanitario vanno circa due euro, quasi il doppio. Ed è lo stesso anche per altri accertamenti, anzi in alcuni casi il prezzo imposto è perfino inferiore a quello che serve per coprire i costi fissi, per i reagenti e per l’utilizzo degli strumenti ma riusciamo lo stesso a non perderci lavorando sulla quantità».

Dalla Regione Giuseppe Sgroi, capo di gabinetto dell’assessore Giovanna Volo, spiega che «il budget per i privati è suddiviso in dodici mensilità e non c’è la possibilità di sforare rispetto a quanto viene assegnato a ciascuna di esse. Il decreto con le somme per il prossimo anno è già stato determinato ma sono le Asp provinciali che dovranno stipulare i contratti con le singole strutture».

Salvatore Gibiino, presidente del sindacato Sbv che fa parte del Cimest, il coordinamento della medicina specialistica del territorio, contesta il metodo della Regione: «Il budget che ogni anno viene destinato ai laboratori e per le visite specialistiche è insufficiente e non rispetta i fabbisogni sanitari. Tanto è vero che ogni anno siamo costretti a sospendere le prestazioni. Per questo motivo abbiamo chiesto di applicare alle Asp l’articolo 8 del piano regionale delle liste d’attesa che permetterebbe di sottoscrivere accordi integrativi per aggiungere un ulteriore stanziamento in modo da non interrompere l’attività. Ma finora non c’è stata nessuna risposta».

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