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Palermo, torneranno al lavoro a gennaio i 120 lavoratori ex gruppo Aiello

Nella foto d'archivio una manifestazione dei lavoratori del gruppo Aiello

Torneranno al lavoro a gennaio i 120 lavoratori dell’ex gruppo Aiello. Una svolta inattesa nella vertenza mai chiusa che riguarda le tre aziende Ati Group, Emar e Ediltecna, confiscate dalla mafia e in liquidazione. Gli operai edili, licenziati nel 2016, e da allora in attesa del Tfr e di parte delle retribuzioni, saranno riassorbiti e potranno riavere il loro lavoro e completare i cantieri che le imprese avevano lasciato a metà.

A dare oggi la notizia della riapertura dei cantieri interrotti 7 anni fa dall’Ati Group e dalle altre due imprese del gruppo, l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, in una riunione che si è svolta con la Fillea e la Cgil Palermo, nella sede di via Vann’Anto, dove era in corso un presidio di protesta indetto dal sindacato con i lavoratori per rivendicare le spettanze arretrate. “L’Agenzia ha autorizzato i liquidatori a riaprire i cantieri che più di 6 anni fa erano stati chiusi, determinando il licenziamento di 120 edili. Una notizia che abbiamo ascoltato con grande sorpresa e stupore e che accogliamo con soddisfazione - dichiarano il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo - Di fatto, all’incontro con Cosimo Antonica e Giuseppe Quattrone, i due responsabili dell’Agenzia per le aziende e per i beni confiscati di Sicilia e Calabria, abbiamo ricevuto rassicurazioni che Ati Group Ema ed Ediltecna l’anno prossimo, tra gennaio e febbraio, ripartiranno con la riassunzione dei lavoratori e con la riapertura die cantieri. Ovvero con i lavori di ampliamento della clinica Santa Teresa e con il completamento dell’ospedale di Bronte». Oggi il presidio era stato organizzato per chiedere le spettanze pregresse dei lavoratori e per sostenere la richiesta di un percorso alternativo alla vendita degli immobili, per i quali l’Agenzia ha predisposto già il quarto bando, che si attesta sui 4,5 milioni di euro.

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