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Mafie in Europa: ogni anno si perdono più di 50 miliardi di euro per le frodi

La procuratrice Ue Laura Codruta Kovesi: solo da giugno 300 indagini per un danno stimato all’Unione di circa quattro miliardi. Jari Liukku (Europol) chiede massima attenzione ai proventi delle cosche: la criminalità organizzata ha un giro d'affari di 110 miliardi, le confische si fermano al 2%

La procuratrice Ue Laura Codruta Kovesi

«Dal 4 giugno abbiamo registrato più di 1.700 casi criminali rientrati nella nostra competenza e abbiamo avviato 300 indagini per un danno stimato all’Ue di circa quattro miliardi di euro. Abbiamo inoltre confiscato più di dieci milioni di euro perché provento di attività criminali e indagato su frodi. Riteniamo che ogni anno vengano persi più di cinquanta miliardi di euro nel bilancio dell’Ue per questo tipo di frodi». Questi i dati resi pubblici oggi dalla dalla procuratrice capo dell’Ue (Eppo), la rumena Laura Codruta Kovesi, intervenuta nell’aula bunker del carcere dell'Ucciardone di Palermo, alla seconda Conferenza organizzata nell’ambito della Rete operativa antimafia (@ON) su Il contrasto alle organizzazioni criminali di alto livello e mafia-style - Sfide per le forze di polizia e le autorità giudiziarie.

«Il giro d’affari delle organizzazioni criminali che operano nei paesi membri dell’Unione europea ammonta a circa 110 miliardi di euro e di questi soltanto il 2 per cento è oggetto di confisca. Da qui l’importanza di concentrarsi sui proventi della criminalità organizzata», ha detto invece il capo del Dipartimento Esocc di Europol, Jari Liukku. «La criminalità organizzata - ha aggiunto Liukku - ha raggiunto un livello massimo nell’Unione Europea e questo sta avendo un impatto enorme sulla società - ha aggiunto -. Il 70 per cento della criminalità organizzata usa la corruzione come mezzo di di sostentamento, l'80 per cento usa anche le infrastrutture legali per infiltrarsi nelle attività, il 60 per cento ricorre anche al riciclaggio del denaro. Di conseguenza è importante assicurare, anche grazie a Europol, le informazioni creando dei database che consentano uno scambio di dati tra le forze di polizia».

Anche Laura Codruta Kovesi chiede collaborazione fra gli Stati membri. «Per contrastare le frodi nazionali - ha spiegato - dobbiamo incrociare i percorsi insieme con una strategia a livello europeo. Sono quelle il nostro obiettivo. Un approccio nazionale non ha più nessun senso. Devono essere create forti relazioni con tutti i corpi investigativi. Vogliamo stabilire un rapporto stretto con tutte le procure degli stati membri per creare un coordinamento efficace delle indagini. Questo stretto rapporto apre scenari senza precedenti sul riciclaggio di denaro sporco e le frodi transnazionali. Noi come procura europea vogliamo lavorare a stretto contatto con gli Stati membri avendo accesso dei registri degli stati membri. Abbiamo anche la possibilità di fare procedimenti transnazionali. In un caso abbiamo eseguito confische in cinque stati membri».

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