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Il call center di Palermo a rischio, i sindacati: cercano personale in Romania

Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil: «Covisian, la società che si è aggiudicata l’appalto di Ita, annuncia il reclutamento per un servizio per cui “le risorse selezionate forniranno assistenza telefonica, gestendo le esigenze dei clienti di una prestigiosa compagnia aerea”». Il sindaco Orlando chiede l'intervento del governo

Sul call center di Ita, la nuova compagnia aerea che ha rilevato molte delle attività di Alitalia e che comincerà a volare ad ottobre, i sindacati lanciano l'allarme. Dopo che Almaviva ha perso la commessa e che i lavoratori dei centri di Palermo a Rende non hanno più la certezza di un posto in futuro, adesso sembra farsi concreto il pericolo che la nuova società collochi all'estero le proprie strutture di ascolto del pubblico.

Il pericolo di fuga del lavoro

«Inizia la fuga del lavoro in Romania?», è la domanda di partenza che si legge in una nota firmata dalla segreterie nazionali delle organizzazioni di categoria Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.  «Mentre 621 persone attendono di sapere quale sarà la propria sorte nel cambio di appalto della gestione del call center di Ita - svela il documento sindacale - Covisian, la società che si è aggiudicata l’appalto di Ita, pubblica in queste ore annunci di reclutamento per la propria sede in Romania per un servizio per cui “le risorse selezionate forniranno assistenza telefonica, gestendo le esigenze dei clienti di una prestigiosa compagnia aerea”».

La clausola sociale

«Ora appare tutto più chiaro - insistono Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil -: un appalto evidentemente al massimo ribasso e senza riferimenti alla clausola sociale sta producendo i frutti che abbiamo denunciato dal primo momento, l’ennesima delocalizzazione di un’azienda, per di più ad intero capitale pubblico. Con buona pace del ministro Orlando e della vice ministra Todde, che stanno in queste ore lavorando a norme più stringenti contro le delocalizzazioni». La clausola richiamata dai sindacati è quella prevista per il settore dei call center che riconosce il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro con il nuovo fornitore. «Tutto questo è semplicemente vergognoso», dicono le organizzazioni. Sono 621 le lavoratrici e i lavoratori preoccupati e 560-570 di loro sono di Palermo: «Pur con anni di esperienza alle spalle - si legge nella nota - verranno di questo passo buttati fuori dal ciclo produttivo e sacrificati sull’altare dei profitti. Non c’è che dire…inizia davvero bene la storia di Ita. Ora si capisce perché nessuno abbia ancora ritenuto di dover convocare il tavolo più volte richiesto da queste organizzazioni sindacali».

La riunione al Comune

Il difficile momento dei lavoratori di Almaviva è stato al centro di un incontro con i sindacati a Palazzo delle Aquile, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando e dell'assessore al Lavoro, Giovanna Marano. C’erano Cgil, Cisl, Uil e Ugl a tutela dei lavoratori di Almaviva Contact che rischiano di perdere il posto di lavoro. Nei primi giorni di agosto Orlando ha inviato una lettera ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti, per chiedere al governo di intervenire. «Il confronto con i sindacati è stato molto importante e ci ha permesso di avere ancora più chiaro il quadro di una situazione drammatica per centinaia di famiglie», hanno detto Orlando e l’assessore Marano. «Il governo nazionale - hanno aggiunto - è in ritardo rispetto a questo tema. È fondamentale che intervenga in fretta e concretamente per tutelare i livelli occupazionali e risolvere così una vertenza che colpisce una grande città del Mezzogiorno in un tempo di grande difficoltà economica acuita dalla crisi pandemica».

Le assunzioni per i voli

Oltre che del futuro del call center si discute anche del personale diretto della nuova compagnia di bandiera. Un documento della Uilt-Uil interviene sulla tematica delle assunzioni da fare in vista del via di metà ottobre. «Ita - dichiara  il segretario nazionale della Uilt, Ivan Viglietti - vuole chiudere temporaneamente le candidature per tirare una linea e procedere alle assunzioni per lo startup della società. Noi chiediamo che la piattaforma rimanga aperta perché riteniamo poco utile chiuderla per poi riaprirla dato che il tema degli organici è un tema in evoluzione». Viglietti è intervenuto durante una pausa dell'incontro fra l'azienda e le organizzazioni dei lavoratori. e ha detto che al momento «la distanza tra aziende e sindacati resta notevole». Il sindacalista ha poi confermato che al momento delle candidature arrivate (circa 11.500), tra quelle inviate dai dipendenti Alitalia, il 30% sono di piloti, il 20% di assistenti volo e il 10% personale di terra.

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