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Sicilia, la Sas perde in appello: 44 lavoratori restano in servizio

I 44 lavoratori della Sas, Servizi ausiliari Sicilia, società della Regione Siciliana, non perderanno il posto di lavoro. Alcune sentenze d'appello del 2018 avevano infatti negato il diritto all’assunzione a tempo indeterminato.

La vicenda però sembra concludersi in modo positivo. Infatti, sono stati letti i primi dispositivi di alcune sentenze rese dalla Corte di Appello in sede di rinvio, dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato le decisioni sfavorevoli ai lavoratori. Si tratta di un gruppo di cosiddetti ex interinali, che si occupano di pulizie o manutenzione nelle aziende e negli ospedali siciliani e che avevano prestato il proprio lavoro per un tempo limitato in forza di contratti di somministrazione illegittimi, con conseguente diritto alla stabilizzazione nella partecipata regionale, oggi amministrata dall’avvocato Giuseppe Di Stefano.

Le speranze dell’accesso definitivo alla Sas, per i lavoratori, si sono riaccese nell’aprile 2019 quando sono state depositate le prime sentenze della Corte di Cassazione - sezione lavoro - con cui sono stati accolti i ricorsi di alcuni di essi difesi dagli avvocati Lorenzo Maria Dentici e Francesco Domeniconi, con rinvio alla Corte di appello di Palermo per un nuovo esame. «Con due sentenze dello scorso 11 giugno la sezione lavoro della Corte d’Appello di Palermo - spiegano i legali - si è pronunciata nei giudizi di rinvio dando ragione ai lavoratori, che non perderanno il posto, dopo una battaglia giudiziaria di diversi anni che restituisce serenità a molte famiglie, le quali da tempo vivono con la spada di Damocle la perdita del posto di lavoro».

L’allora amministratore Sergio Tufano non aveva dato esecuzione alle sentenze d’appello sfavorevoli ai dipendenti sia per non interrompere i servizi ai committenti, sia per non sottoporre l’ente all’esborso delle somme necessarie in caso di vittoria dei lavoratori per il pagamento degli arretrati per le mensilità a vuoto. Altri ex interinali, che avevano perso nei primi due gradi di giudizio, non hanno più lavorato dal 2012 e attendono le decisioni d’appello e quindi il posto di lavoro.

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