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I medici italiani emigrano, la storia di una palermitana primario a Londra: "Qui chi è bravo va avanti"

Anna De Leo

I decenni sono passati, ma gli italiani continuano a emigrare: non ne sono immuni i medici, che tra i camici bianchi europei rappresentano il 52% di quelli che espatriano. Secondo i dati della Commissione Ue è la percentuale europea più alta, seguono a distanza i tedeschi con il 19%.

Le richieste di camici bianchi arrivano soprattutto da Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Olanda. La ricerca avviene attraverso Linkedin o società di cacciatori di teste straniere specializzate. E a quanto pare l'età non importa: nel giro di poche settimane all'ospedale di Padova una nefrologa esperta ha avuto un'offerta di lavoro dalla Francia, un altro specialista di 55 anni ha ricevuto un invito in Svizzera e uno in Sudtirol direttamente dall'assessore ai servizi sanitari.

La regione con il maggior numero di medici che si trasferiscono è il Veneto, con 80 professionisti sui 1.500 che vanno via ogni anno. Ma ci sono anche medici siciliani con le valigie. È il caso di Anna De Leo che ha lasciato Palermo per Londra inseguendo la sua passione per la chirurgia: a quasi 42 anni, come racconta Giusi Parisi sul Giornale di Sicilia in edicola, è primario chirurgo plastico al London Welbeck hospital.

Ma Londra è stata l’ultima tappa di un lungo viaggio per l’Italia e per l’Europa. «In Gran Bretagna», racconta, «sei valutato per quel che vali. Sei bravo? Ti stendono un tappeto rosso. Non lo sei? Hai chiuso. Qui faccio anche sette operazioni al giorno: in Italia, da volontaria, quando mi andava bene, entravo due volte a settimana in sala operatoria».

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