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Ansaldo Breda, il ministero punta sulle Ferrovie

Lo stabilimento di Carini non chiuderà. Al vaglio l’ipotesi di trasformarlo in centro di riparazione. I sindacati temono, però, un calo dell’occupazione

PALERMO. L'AnsaldoBreda di Carini resta fuori dal perimetro di cessione della società da parte di Finmeccanica. Per lo stabilimento di materiale rotabile ci sarebbero due ipotesi che garantirebbero un percorso produttivo attraverso il coinvolgimento delle Ferrovie dello Stato e l'impiego in un centro di componentistica elettronica. Pessimisti i sindacati.
L'annuncio è arrivato ieri al termine della riunione al Ministero dello Sviluppo economico, coordinata dal vice ministro Claudio De Vincenti e alla quale erano presenti il sottosegretario Simona Vicari, l'assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri, l'ad di AnsaldoBreda Maurizio Manfellotto, il responsabile delle Strategie di Finmeccanica Giovanni Soccodato e i sindacati nazionali e territoriali di categoria.


In sostanza, «sono due le ipotesi operative - complementari e quindi non alternative - si legge in una nota del Mise - sulle quali già si è cominciato a ragionare. Entrambe - alla luce della politica regionale orientata a potenziare e qualificare la mobilità su rotaia- fanno perno sul comparto dei trasporti: manutenzione ferroviaria e attività industriale a questa collegata. Si tratta - ha sostenuto il vice ministro nel corso del dibattito - di due progetti in grado di assicurare un futuro produttivo ed occupazionale e che configurano una missione ben precisa e vitale per Carini».
In particolare, Ferrovie dello Stato dovrebbero rilevare lo stabilimento di Carini, per farne un centro di riparazione per Trenitalia. Attualmente lo stabilimento di Carini impiega circa 150-160 lavoratori, la sua riconversione in centro di manutenzione e riparazione dei treni regionali permetterebbe di riassorbirne circa 60 operai.

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