Nel trentatreesimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, il Teatro Massimo di Palermo dedica loro una serata speciale di musica e memoria.
Sabato 19 luglio alle 21, nel Teatro di Piazza Verdi, sarà eseguito l’Ein deutsches Requiem (Requiem tedesco) di Johannes Brahms, in una versione per coro e pianoforte a quattro mani. Una scelta dal forte valore simbolico, per onorare con la forza dell’arte e della riflessione civile il sacrificio di chi ha lottato per la giustizia.
«Il 19 luglio il Teatro Massimo si unisce al silenzio e alla memoria con la voce alta e profonda del Requiem tedesco di Johannes Brahms: un capolavoro che è insieme meditazione sul dolore e sulla speranza, riflessione musicale e civile, capace di far risuonare la forza morale, il coraggio civile e la tensione etica di chi ha scelto lo Stato, la legalità e la giustizia contro la violenza mafiosa» – dichiara Marco Betta, Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo.
La direzione sarà affidata al Maestro Salvatore Punturo, alla guida del Coro del Teatro Massimo. Con lui sul palco i solisti Ginevra Gentile (soprano) e Andrea Borghini (baritono), accompagnati al pianoforte dai maestri Giuseppe Cinà e Matteo Londero.
Un capolavoro tra dolore e speranza
Composto tra il 1865 e il 1868, il Requiem tedesco è una delle opere più intime e universali di Brahms. Scritta in seguito alla morte della madre e di Robert Schumann, la composizione si sviluppa in sette movimenti, con testi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento in lingua tedesca, selezionati per offrire consolazione ai vivi e riflettere sul senso della morte come passaggio verso una condizione di pace eterna.
Tra i passaggi più toccanti:
«Selig sind, die da Leid tragen, denn sie sollen getröstet werden»
(Beati quelli che soffrono, perché saranno consolati – Vangelo secondo Matteo), e
«Selig sind die Toten, die in dem Herrn sterben […] denn ihre Werke folgen ihnen nach»
(Beati i morti che muoiono nel Signore, perché le loro opere li seguono – Apocalisse).
Il maestro Salvatore Punturo
Palermitano, Punturo si è diplomato con lode al Conservatorio della sua città e ha proseguito gli studi in Italia e all’estero, affermandosi come solista e musicista da camera. Ha collaborato con università e teatri internazionali, tra cui la Wayne State University e il Michigan Opera Theatre di Detroit. Docente di Lettura della Partitura, dal 2022 è Maestro del Coro del Teatro Massimo.
La serata del 19 luglio sarà così un’occasione di memoria collettiva e impegno civile, attraverso un linguaggio universale: la musica. Un modo per trasformare il ricordo in voce, armonia e consapevolezza.
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