«Questo Festino segnerà la storia di questa città. Rosalia passò per le vie di Palermo facendo del bene e guarendo. La patrona contribuì a sconfiggere la peste. A noi viene oggi fatta una sfida. Mettere insieme diritti e responsabilità perché non si può vivere in una Babele dove non ci si capisce. Rosalia è la speranza di una città ferita dalla violenza, dalla diffusione della droga, dalla disoccupazione, dalle degradate periferie urbane e spirituali, da un centro storico che rischia di essere un grande pub. Ma non basta la convivialità gastronomica, si deve offrire anche la convivialità spirituale». Lo ha detto oggi (8 luglio) l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, presentando il Quattrocentesimo Festino di Santa Rosalia dal titolo «Rosalia pellegrina di speranza, Palermo rifiorisce con te».
Con lui c’erano il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore alla Cultura Giampiero Cannella, il parroco della Cattedrale Filippo Sarullo, il direttore artistico Marco Balich. Al sindaco Lagalla l’arcivescovo offre una moneta celebrativa coniata per il 400° Festino e la lettera che Papa Francesco ha voluto rivolgere alla città. Per il sindaco Lagalla «la dottrina sociale della Chiesa, per chi crede, è un richiamo al bene comune. Questo anno giubilare ci dà la speranza del rinnovamento di questa città, delle sue condizioni di vita e di lavoro». «È importante il nostro investimento nelle aree marginali per la formazione delle coscienze e per l’educazione al bello - ha aggiunto Lagalla - questo festino è dedicato alla speranza e alla bellezza. È una chiamata alla corresponsabilità per il rinnovamento delle coscienze. La programmazione religiosa e quella laica sono state vissute in maniera integrata. Il progetto guarda non solo ai giorni del Festino, dal 10 al 15 luglio, ma a tutto l’anno giubilare».
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