Dal 7 giugno all’8 settembre Villa Zito, a Palermo, ospita la mostra di Patrizia Mussa «Teatralità - Architetture per la meraviglia», a cura di Antonio Calbi.
Di formazione fotografa d’architettura, Patrizia Mussa mette in mostra oltre 70 immagini di grande formato con interventi di coloritura a mano che restituiscono un percorso di analisi sulla teatralità in architettura e sulla qualità scenica dei teatri di tutta Italia. Luoghi deputati «ad esercitare l’immaginario», come scrive il curatore, e che l’artista rilegge e riconsegna in una luce nuova e piena di incanto. La mostra è promossa da Fondazione Sicilia, prodotta da Studio Livio con il sostegno di Gemmo SpA e ha il patrocinio del Comune di Palermo e dell’assessorato comunale alla Cultura. Sarà inaugurata giovedì 6 giugno (ore 18) e aperta al pubblico dall’indomani.
In mostra fotografie descrittive del sontuoso patrimonio architettonico teatrale, ma anche l’idea stessa del teatro quale «agorà sociale», luogo per la comunità in cui riunirsi, guardare ed essere guardati, sorta di tempio laico, «dove può affiorare l’intangibile», come spiega il curatore Antonio Calbi. Concepita come mostra itinerante e ancora «in divenire», per l’esposizione a Villa Zito il progetto «Teatralità – Architetture per la meraviglia» si arricchisce di opere inedite: sono il Teatro Greco di Segesta (II sec. a C.), uno dei gioielli del patrimonio archeologico dell’isola, il Teatro Politeama di Palermo, la settecentesca Villa Palagonia di Bagheria, visitata e resa celebre da Goethe nel suo Viaggio in Italia e nota già da allora per le eccentriche sculture di mostri che la decorano, e il Teatrino settecentesco che a inizio ’900 Ottavio Lanza di Branciforte, principe di Trabia, portò con sé a Parigi, facendolo smontare da Palazzo Butera. Il teatrino è oggi allestito della sede parigina dell’Ambasciata d’Italia (rue de Varenne) in Francia.
A completare il progetto espositivo su Palermo, sempre sul tema dei teatri, è il cameo della Fondazione Sicilia che, attingendo alla sua ricca collezione d’arte, squaderna ai visitatori una selezione di incisioni d’epoca con la sezione «Teatri antichi di Sicilia nella collezione di stampe e disegni della Fondazione Sicilia», a cura dello storico dell’arte Sergio Troisi. In mostra sono stampe, disegni e volumi di viaggio (Jean Houel e Peter de Wint) che nella stagione tra fine Settecento e inizi Ottocento – l’epoca d’oro del Grand Tour - diedero un contributo decisivo alla riscoperta dei siti archeologici siciliani (Catania, Calatafimi, Segesta, Siracusa, Taormina), consegnando alla moderna cultura europea forme e modelli dello spazio scenico del mondo classico.
«Sono felice di inaugurare il mio mandato - afferma Maria Concetta Di Natale, nuovo presidente della Fondazione Sicilia - con una mostra fotografica di eccellenza, che ripercorre la storia e la trasformazione dei teatri non dimenticando le meraviglie della Sicilia. Una mostra arricchita da preziosi disegni e stampe sui teatri antichi dell'isola, di cui la Fondazione è custode e che in questa occasione sarà ancora più conosciuta dal pubblico per una maggiore diffusione e conoscenza».
Nella foto il Teatro Massimo di Palermo visto da Patrizia Mussa
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