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Palermo, svelata a Monte Pellegrino la statua di Santa Rosalia

Adesso sarà esposta in Cattedrale, in prossimità della cappella dedicata alla Santuzza

Le braccia sono leggermente protese in avanti, così come il corpo, a simulare l’inizio di un abbraccio. Che Rosalia rivolge alla città e ai palermitani. Il senso di protezione che una madre rivolge ai propri figli: la statua del quattrocentesimo festino di Santa Rosalia vuole trasmettere l’amore della Santuzza verso Palermo. Un amore certamente ricambiato, ombrello per tutti i cittadini e i devoti sotto cui ripararsi in attesa che arrivi una nuova liberazione dalle pesti che oggi infestano la città.

La statua che sfilerà il 14 luglio durante il Festino è stata svelata questo pomeriggio (26 maggio) dal sindaco Roberto Lagalla e da don Filippo Sarullo, parrocco della Cattedrale tra gli applausi di circa un centinaio di fedeli. Che prima hanno pregato all’interno della grotta dove furono ritrovate le ossa della santa durante la messa celebrata dal sacerdote.

La Rosalia del quattrocentesimo è stata scolpita e riprodotta in tre mesi dal giovanissimo artista Filippo Sapienza, che l’ha prima realizzata in miniatura e poi, con l’aiuto della RuiLab, studio di fabbricazione digitale e stampa 3D, è stata riprodotta, appunto, in 3D a grandezza naturale.

«Il Festino quest’anno vuole coniugare tradizione e futuro - ha spiegato Sapienza - per questo la scelta è ricaduta su questa tecnica. La statua la rivedremo a settembre a Montepellegrino e accompagnerà i palermitani per tutto l’anno».

L’entusiasmo rompe i protocolli e il primo cittadino, visibilmente commosso, si è lanciato nel classico grido di «Viva Palermo e Santa Rosalia», urlato per tre volte insieme alla folla di cittadini e fedeli. Chi si è fatto una fotografia con la statua, chi le ha toccato i piedi facendosi il segno della croce, la Santuzza ha ricevuto a cerimonia terminata un bagno di folla. Prima però la benedizione di don padre Sarullo.

«Vi chiederete perché oggi - ha detto durante la sua omelia - ve lo spiego: Girolamo La Gattuta sale sul monte, beve l’acqua e gli appaiono in sogno la Madonna e la Santa - racconta - che gli indicano il posto dove scavare per ritrovare le ossa di Rosalia. Quel giorno era proprio il 26 maggio». «Un rapporto antico e storico - ha detto Lagalla - fatto di fede e devozione profonda. Rosalia continua ad essere la nostra speranza».

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