Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Non più solo movida, a Palermo l'Olivella invasa dai turisti anche di giorno

Sono centinaia e ogni giorno si riversano in una zona che sembra aver raggiunto a tutti gli effetti lo status di polo di attrazione

Gruppi di turisti in fila o che si perdono tra i vicoli, approfittando di un momento di pausa dal sole battente. C’è poi chi ne approfitta e fotografa gli scorci, indimenticabili, che le stradine strette e vissute regalano sul teatro Massimo. Nella piazza, attenti, ascoltano con i naso all’insù, puntato verso la chiesa di Sant’Ignazio, le tante guide turistiche: si parla in tedesco, spagnolo, italiano, francese e inglese. Anche piazza Olivella e il suo quartiere, dai palermitani conosciuto come la Champagneria, per via del famoso e omonimo locale, è ormai meta fissa per i tantissimi gruppi di visitatori che negli ultimi anni invadono la città di Palermo.

Sono centinaia e ogni giorno si riversano in centro storico e anche l’Olivella sembra aver raggiunto a tutti gli effetti lo status di polo di attrazione turistica. Così, anche questa mattina (6 aprile) i grandi gruppi di turisti hanno passeggiato e ammirato le bellezze di una zona della città che fino a poco tempo fa era nota molto più per la movida (le cui tracce si riscontrano nei cestini) per la presenza di diversi pub, ristoranti, rosticcerie, e quella di alcuni artigiani, studi d’arte e laboratori teatrali, che la rendono accogliente e caratteristica. Incastonata in un quadrilatero composto da via Cavour, via Roma, via Maqueda e via Bandiera, adesso anche questo quartiere riesce a mettere i mostra le proprie bellezze, tutte da scoprire e fotografare.

La chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella

Leggenda racconta che nel luogo in cui sorge abitasse la famiglia Sinibaldi, quindi la famiglia di Rosalia, santa patrona della città. Fu costruita tra il 1598 e il 1622 dai Padri Filippini, stabilitisi a Palermo nel 1594, su progetto di Antonio Muttone. La facciata, completata tra il 1655 ed il 1690, è caratterizzata dalla presenza di due torri campanarie gemelle, da una profusione di colonne, lievemente aggettanti, da portali e statue che, sull’esempio di realizzazioni romane, trasformarono la facciata della chiesa in un magnifico e sontuoso documento barocco.

Una larga gradinata, racchiusa da cancellata in ferro, conduce ai portali, eseguiti intorno al 1690, con porte lignee di fine intagli. Il pavimento è costituito da un’elegante composizione di marmi policromi. La volta fu decorata da Antonio Manno nel 1790, con scene tratte dalla Sacra Scrittura e gli scomparti neoclassici furono predisposti da Venanzio Marvuglia, che collaborò all’ultima sistemazione della chiesa intorno al 1772. Nella navata destra, nella terza campata, c’è una cappella dedicata a Santa Rosalia: sull’altare una tela attribuita Filippo Randazzo, Santa Rosalia incoronata dalla Vergine

Oratorio di San Filippo Neri

Realizzato da Giuseppe Venanzio Marvuglia nel 1769, all’interno vi è un vestibolo con un palchetto sorretto da sei colonnine in marmo grigio e il tutto è decorato nel tipico stile classicista con lesene e ghirlande color oro.

Museo Salinas

Il Museo archeologico regionale Salinas di Palermo è la più importante e antica istituzione museale della Sicilia. Uno scrigno prezioso, contenente collezioni di immenso valore e intitolato all'archeologo e numismatico Antonino Salinas. Il museo racconta la storia della Sicilia occidentale dalla Preistoria al Medioevo: al suo interno è possibile visitare i reperti archeologici provenienti da diversi scavi operati nell’area del parco archeologico di Selinunte, come la Meteope del tempio di Selinunte, collezioni private, due grandi sarcofagi antropomorfi del V secolo a.C., la cosiddetta Pietra di Palermo (un frammento in diorite risalente al periodo faraonico).

Oratorio Santa Caterina

Nel vestibolo d’ingresso è posto il dipinto di Giuseppe Salerno, detto lo Zoppo di Gangi, con lo “Sposalizio di S. Caterina”. La decorazione interna composta da putti, fregi e stucchi dorati sono mescolati a rilievi e statue a tutto tondo. La decorazione fu realizzata da Giacomo Serpotta e, successivamente, dal figlio Procopio.

Botteghe e teatri

Sono tantissime le botteghe artigianali che si incontrano tra le stradine dell’Olivella. Borse, cappelli e bijoux, ma anche studi d’arte e laboratori teatrali. Tra i più antichi e famosi il Teatro dei Pupi, riconosciuto dall’Unesco come Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità. Appartiene alla famiglia Cuticchio, che ha tramandato la magica arte del cunto orale e del teatro dei pupi sino a oggi.

Caricamento commenti

Commenta la notizia