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Palermo, un film per spiegare la violenza sulle donne: «I giovani riconoscano i campanelli d'allarme»

Al Rouge Et Noir la proiezione di «Un altro domani», realizzato dal regista Silvio Soldini e da Cristiana Mainardi

Un'indagine sulle dinamiche psicologiche e socioculturali da cui ha origine la violenza sulle donne e su come si possa riconoscerla fin dai primi segnali, per prevenirla. Gli studenti dei licei palermitani assistono alla proiezione del film Un altro domani realizzato dal regista Silvio Soldini e da Cristiana Mainardi: centinaia i ragazzi provenienti dagli istituti Garibaldi, Cannizzaro, Vittorio Emanuele II, Danilo Dolci, Galileo Galilei, Duca degli Abruzzi, Maiorana, hanno assistito alla proiezione al cinema Rouge et Noir di piazza Verdi, dialogando poi con lo stesso regista, con la procuratrice aggiunta Annamaria Picozzi, Fiorella Palumbo, dirigente tecnico dell'Ufficio scolastico Regionale per la Sicilia e la giornalista Gilda Sciortino.

Il film mette insieme testimonianze delle vittime e degli autori di violenza, e delle figure incaricate di occuparsi del problema (psicologi, criminologi, autorità giudiziarie, avvocati, polizia di Stato, responsabili dei centri antiviolenza, ecc.), delineando lo scenario attuale di un fenomeno complesso.

«È un viaggio nel mondo della violenza di genere - spiega Soldini - che vuole mostrare cosa ci sia sotto la punta dell’iceberg: un mondo di cui bisogna essere consapevoli. Mi piace sempre molto entrare in mondi che non conosco, in questo caso ho capito la complessità del problema. Quello che ho imparato è tanto: assistere per esempio ad un incontro di terapia per un uomo violento ti fa rendere conto come molti di questi uomini, come ad esempio gli stalker, non hanno veramente idea di ciò che stanno facendo».

I ragazzi ascoltano in silenzio. «Cerchiamo il più possibile di mostrare questo film a voi giovani - sottolinea Soldini - per capire i campanelli di allarme che si celano dietro un comportamento e per mostrare come chiedere aiuto. Molti poi non non sanno come fare, e i riferisco anche ai casi di bullismo».

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