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Presentato a Palermo il film sul giudice Terranova, il regista Scimeca: "Tramandiamo valori ai giovani"

Alla scuola Piazzi nel giorno dell'anniversario dell'eccidio

A seguito delle commemorazioni per il giudice Cesare Terranova e il maresciallo della polizia di Stato Lenin Mancuso, gli alunni della scuola Giovanni Piazzi di Palermo hanno incontrato alcuni esponenti delle istituzioni tra cui il prefetto Maria Teresa Cucinotta e il presidente della Corte d’appello Matteo Frasca.

L’occasione è data dalla presentazione del trailer del film di Pasquale Scimeca Il giudice T: «La mafia ci ha annientato - ha spiegato il prefetto - anche se non siamo morti, anche se non siamo stati uccisi noi. Poi la svolta delle stragi del ’92, che hanno risvegliato le coscienze di Palermo. La mafia si combatte tutti insieme, non può e non deve essere prerogativa solo di magistrati e forze dell’ordine: la cultura e la coscienza sono le armi più affilate che la società ha con sé per per mettere fine al fenomeno mafioso».

L’aula magna dell’istituto è piena e i ragazzi ascoltano con grande attenzione le parole del prefetto che prosegue: «La mafia non ha un codice etico - ha sottolineato - ogni tanto si sente parlare di questa leggenda. La mafia ha ucciso bambini, donne, giornalisti. Non c’è nulla di etico».

I ragazzi hanno poi chiesto al presidente della Corte d’appello a che punto sono le istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata: «Il contrasto alla mafia non si è mai fermato - ha detto Frasca -, mi ha molto colpito vedervi affacciati dalla finestre della scuola e osservare con grande curiosità le commemorazioni di questa mattina. E questa vostra presenza qui è ulteriore testimonianza: bisogna fare memoria, coltivando valori e ideali che queste figure, importantissime per la città, hanno portato avanti senza alcuna esitazione».

Poi la proiezione di alcuni spezzoni del film, che sarà completato a breve: «L’obiettivo - ha spiegato il regista Scimeca - è quello di far risaltare gli eroi. Oggi la mafia non è stata ancora sconfitta del tutto perché manca la lotta culturale. Si è fatta la repressione, adesso bisogna concentrarsi sui valori e la cultura che devono essere trasmessi ai più giovani».

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