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Palermo: danza, cinema e musica con il Metamorphosis Festival all'Orto Botanico

Un evento multidisciplinare per far incontrare i luoghi dell’ateneo palermitano e i cittadini

Se è vero che la diversità è ricchezza, l’Orto Botanico di Palermo non può che essere nuovamente lo scenario perfetto per la seconda edizione di Metamorphosis. Dove non ci sono più steccati di genere, ispirazione e arte, il festival multidisciplinare prende campo e tra le meraviglie dell’istituzione museale di via Lincoln, musica, circo e spettacoli diventano la scusa perfetta per far incontrare i luoghi dell’ateneo palermitano e i cittadini.

Dal 24 agosto al 10 settembre la rassegna diretta da Sabino Civilleri e nata dalla collaborazione tra il Simua (sistema museale di ateneo) e Coopculture vedrà il ritorno di Emma Dante con La scortecata, fiaba barocca tratta da Lu cuntu de li conti di Giambattista Basile, e di Davide Enia con L’abisso, che raccoglie e restituisce il dolore dei migranti. Ma non solo. Ad aprire la manifestazione ormai sempre più consolidata nel calendario palermitano sarà Salvo Piparo, famoso e apprezzatissimo cuntista, che accompagnato dal maestro Michele Piccione porterà in scena il suo Scordabolario: «È un modo per rispolverare un tesoro che portiamo sempre con noi - spiega l’artista -, attraverso una serie di proverbi e musicalità create con strumenti della tradizione siciliana e strumenti antichi della tradizione francese, che serviranno a rendere la lingua palermitana universale. Dobbiamo riappropriarci della nostra terra per difenderla: se fossimo più orgogliosi della lingua che parliamo e dei giochi di parole che possiamo fare, libereremmo anche le storie della nostra città, che sono come le scatole cinesi, una ne contiene un’altra e quindi una parola ne innesca un’altra».

A condire ulteriormente il cartellone anche una nuova videoscultura dei Masbedo, le ricerche sonore di Tlon con la Rappresentante di Lista, gli scatti fi Giuseppe Distefano su Pina Bausch e le coreografie di Scenario pubblico e lo Spellbound Ballet. Insomma, musica, videoart, teatro, danza fotografia coabiteranno su un unico palcoscenico. «Un festival multiculture e multigenere - lo definisce il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri -, fortemente aperto alla città di Palermo. La volontà è far apparire una cultura fluida e dinamica per riportare l’attenzione delle strutture dell’università al centro della città: tutto serve per far capire che Palermo può offrire tante cose, ma soprattutto può essere immaginata come una città europea capace di fare una manifestazione di carattere europeo». L’obbiettivo dunque è chiaro: Mostrare che la città è cambiata e vuole investire anche sul suo capitale umano. «Vogliamo che diventi stabile nel tempo - dice Michelangelo Gruttadauria, presidente del Simua -, noi portiamo avanti la terza missione: non solo docenti che incontrano il pubblico ma anche viceversa, le persone che vengono da noi insieme agli artisti». «L’idea iniziale, che speriamo diventi un classico - sottolinea Paolo Inglese, delegato Unipa per le attività Pnrr - è affiancare alla natura dell’Orto un festival che riprenda le capacità e le potenzialità di ospitare tutte le arti, come avverrà quest’anno e nei prossimi».

In foto, da sinistra, Sabino Civilleri, Serena Ganci, Masino Lombardo, Massimo Midiri, Michelangelo Gruttadauria, Paolo Inglese

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