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Vasco Rossi chiama a raccolta i suoi fan: «Palermo straordinaria»

Il rocker emiliano riporta la grande musica allo stadio Barbera. Attesi in due serate 74 mila spettatori

«Palermo, spogliami»: in due parole, a chiusura di un post sui social, Vasco telegrafa il suo amore per la città che stasera e domani lo vedrà esibirsi in un Renzo Barbera - «detto anche La Favorita», dice il rocker, che se lo ricorda con questo nome, dato che vi cantò per l’ultima volta nel 1985 - straripante di entusiasmo. Perché un concerto di Vasco non è solo musica. Altrimenti, come si spiegherebbero i 74 mila biglietti venduti in pochi minuti per due concerti sold-out già dal giorno in cui è partita la prevendita, qui come del resto avviene in tutta Italia. Perché Vasco per i suoi fan è passione, è vita, è tutto. E lui ricambia, come ha fatto con i siciliani attraverso un messaggio audio in cui parla di un «popolo pieno di dignità e serietà».

«Finalmente a Palermo!!!», aveva scritto (o meglio esclamato, data l’abbondanza di punteggiatura) in un altro post al momento dell’arrivo. «Ci torno dopo 18 anni! L'ultima volta ci sono stato nel 2005 al Velodromo Borsellino, mentre allo stadio Barbera, detto anche La Favorita, sono stato... nel 1985 durante il tour Cosa succede in città, poi non ho potuto andarci più perché non era disponibile e quest'anno sono felice di riaprirlo al Rock!! Evviva!!!». È orgoglioso di riportare la grande musica nel tempio del calcio, Vasco, a 25 anni dall’ultimo concerto, quello di Claudio Baglioni nell’estate del 1998. Tanto che tra le storie di ieri, su Instagram, riprende anche un brano della dichiarazione rilasciata al Giornale di Sicilia lo scorso 6 giugno, in occasione dell’apertura del tour 2023 a Bologna, in cui aveva già manifestato la propria gioia per il ritorno a Palermo, 18 anni dopo l’ultima performance, al velodromo Borsellino.

Ed è orgoglioso di essere riuscito a riaprire lo stadio per i grandi concerti anche Carmelo Costa, che con la sua Musica da bere srl, e in collaborazione con Live Nation Italia che produce il tour nazionale, sta organizzando la doppia data siciliana. «Da oggi - esulta il catanese Costa - Palermo è una città più normale: come in tutta Europa, il suo stadio si veste a festa con la musica. Lo abbiamo fortemente voluto, ci abbiamo creduto, abbiamo superato tabù, burocrazia e difficoltà, ma ci siamo riusciti. Permettetemi di ringraziare sopratutto le maestranze, le centinaia di persone che hanno lavorato con me alla realizzazione di questi eventi». Ed anche l’amministrazione comunale nei giorni scorsi aveva posto l’accento sulla grande opportunità per la città, «prima di tutto per la positiva ricaduta economica», come hanno affermato in una dichiarazione congiunta il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore al Patrimonio Andrea Mineo, «e poi, per la possibilità di far tornare i grandi eventi a Palermo e allo stadio Renzo Barbera».

E di un evento indimenticabile si tratterà. Anche perché i concerti del Blasco non si ripetono mai. L’artista di Zocca può pescare da un carnet di circa 200 hit, un numero da guinness dei primati, pur se raggiunto nel corso di una lunghissima e trionfale carriera, 45 anni e più di storia del rock, non solo italiano. La principale novità del tour 2023 è l’ouverture dei concerti. Prima di quest’anno non aveva mai cominciato i live con una ballad. Quest’anno sì, con Dillo alla Luna, una scelta non casuale, perché l’invito del brano a «guardare in faccia la realtà» è estremamente attuale, dato che «oggi nell'aria c'è una narrazione piuttosto edulcorata di quelli che vogliono raccontare che va tutto bene, perché in realtà si pensa solo al consenso. I politici dovrebbero occuparsi di risolvere i problemi veri, ma io - chiosa il rocker - sento solo favole». E quando le «favole» arrivano in T’immagini, ecco che Vasco non si sottrae e fa i nomi, destra, centro e sinistra, tutti insieme nello stesso calderone. «I politici - è lo schiaffo 2023 di Vasco Rossi - ormai non fanno gli interessi di questo Paese, ma i loro interessi personali. Adesso c'è una narrazione di grandeur dell'Italia che non è vera, solo per avere più voti. L'Italia non conta niente nel mondo. Siamo un Paese piccolissimo. E per fortuna siamo in Europa...».

E se, come dice Costa, Palermo da stasera torna ad essere più vicina all’Europa, è anche per merito della musica e di Vasco che ha accettato la scommessa. Sarà un concerto senza pause e senza la retorica dell’uscita dal palco prima del gran finale. Al culmine della serata, il settantunenne cantante emiliano zipperà in un medley di una decina di minuti sette successi di quelli che ti vuoi per forza portare a casa da un concerto del Blasco, per poi chiudere con i fuochi d’artificio, musicali ed anche reali. Il tutto naturalmente con l’insostituibile sostegno della band, corroborata da anni di concerti, a partire dall’immenso chitarrista Stef Burns e a seguire Vince Pastano (chitarre e direzione musicale), Alberto Rocchetti (tastiere e cori), Matt Laug (batteria), Andrea Torresani (basso), Antonello D’Urso (chitarra acustica, programmazione e cori), i fiati di Andrea Ferrario (sax), Tiziano Bianchi (tromba) e Roberto Solimando (trombone), l’altra metà del cielo Roberta Montanari (cori) e la guest star Claudio Golinelli, il gallo, al basso.

Una squadra che permette al Blasco di arrivare dritto al cuore della gente, oggi come da sempre: più di 800 concerti in carriera, con oltre 13 milioni di spettatori, che diventeranno 13 milioni e mezzo alla fine di questo tour giugno ’23, che in undici date porterà nello score di Vasco altre 450 mila presenze negli stadi.

Lo spettacolo è fatto di musica, ma anche di immagini. Sotto lo sguardo placido del Pellegrino, il pubblico sarà catturato da una scenografia spettacolare, maxischermi «a V», pedana che si insinua fra la gente, palco largo 70 metri e alto 26, oltre mille punti luce, proiettore mobile a sorgente laser, oltre 450 fari mobili, solo per dare qualche numero di un festival che dà lavoro diretto a 174 persone e che in due giorni, secondo i calcoli dell’organizzazione, porterà alla città un ritorno economico di oltre 20 milioni di euro.

Alle 21.15 della sera, però, i numeri lasceranno il posto alla musica. Impazienti i fan, molti dei quali arriveranno da fuori città, almeno 55 mila nei due giorni, con i circa 500 pullman organizzati oppure con altri mezzi (auto private, treno, aereo). Impaziente anche il Komandante, uno dei soprannomi preferiti dal suo pubblico. «Ho provato una grande emozione quando sono atterrato a Palermo», dice lui nell’audio-messaggio alla città. «Era da tanti anni che non venivo, ho dei ricordi bellissimi di Palermo e mi sono tutti ritornati in mente quando dall’aereo ho visto questo splendido panorama. Sono veramente felice di essere di nuovo qui, in questa città straordinaria». Vasco si sente a casa, «quello che avverto, mi è familiare». E nel post su Instagram va oltre: «Quanto amo la Sicilia, i siciliani», e, dopo i canonici puntini di sospensione, «le siciliane», con tanto di smile e cuore rosso. «Ce la metterò tutta per farvi divertire, per portare un po’ di gioia. Non vedo l’ora di farvi vivere lo spettacolo più potente ed emozionante al mondo».

«Palermo, SPOGLIAMI».

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