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Vasco Rossi dà spettacolo al Barbera e infiamma i cuori di quattro generazioni

Gran pienone allo stadio per il primo dei due concerti del Blasco a Palermo

Con «Dillo alla luna», alle 21.20, è cominciato il concerto di Vasco Rossi, a diciott’anni dal suo ultimo live a Palermo. Lo stadio Renzo Barbera è stracolmo, dal prato alla curva Nord alla gradinata e alla tribuna. L’entusiasmo è alle stelle, c’è anche un grande striscione che invita a «vivere e sorridere dei guai» con i tre puntini di sospensione che sono un rimando a tutta la poesia dei testi di Vasco Rossi. Ma è soprattutto con la musica che punta dritto alle corde del cuore di almeno quattro generazioni di siciliani.

Sulla seconda canzone che è «Stendimi», il rocker ha salutato il suoi fans: «Ben arrivati da tutta la Sicilia, che serata straordinaria, Palermooooo stendimi». Prima di intonare «Ogni volta», uno dei pezzi più famosi, ha indossato un giubbottino nero con strass e il pubblico ha cantato con lui, strofa dopo strofa. Vasco ha poi lanciato il suo cappellino al pubblico alla fine di «Canzone d’amore buttata via».

Il tema lunare dell’introduzione viene riproposto anche nell’Interludio 2023. E le performances dei musicisti della band si sono susseguite una dietro l’altra: la corista Roberta Montanari, il tastierista Alberto Rocchetti e il chitarrista Steff Burns.

Con «XI comandamento» si apre la seconda parte del concerto, cui seguono una carrellata di successi come  «C'è chi dice no», «Gli spari sopra». E appena sfuma il brano «Se ti potessi dire», Vasco qualcosa la dice: «Siete un popolo bellissimo, i più belli». È l’apotosi per «Rewind», poi dal prato un paio di ragazze si prendono la scena, immortalate dalle telecamere mentre fanno il simbolo del movimento femminista con le dita. Sul palco volano almeno due reggiseni: Vasco li raccoglie, li mostra e ne regala uno a Steff Burns.

Tripudio di chitarre alla fine di «L’amore l’amore», poi un medley decisamente corposo e per l'occasione il Komandante indossa una giacca azzurro elettrico. La chiusura è classica. Per «Sally» ci sono le stelle filanti luminose, mentre lui toglie la giacca e resta in maglietta. «Siamo solo noi» fa impazzire il pubblico. Prima del gran finale ci sono la presentazione della band e gli assoli del batterista. Poi «Vita spericolata» nell’ormai abituale versione tastiera e voce. La chiusura è come sempre con «Albachiara». Vasco saluta il pubblico, «tanto torno» dice, mentre partono i fuochi d'artificio e sventolano le bandiere rosanero.

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