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Rivive un romanzo di Sciascia: a Palermo riapre al pubblico la cappella con la tomba dell'inquisitore ucciso da fra' Diego La Matina

La cappella di Nostra Signora di Guadalupe

È la cappella sfarzosa, un vero trionfo barocco nel centro storico di Palermo, in cui è sepolto don Juan Lopez de Cisneros, il famoso «inquisitore» ucciso nelle segrete dello Steri «dall’eretico» fra’ Diego La Matina nel 1657: reso celebre dal romanzo di Sciascia Morte dell’Inquisitore, don Juan fu ucciso da La Matina durante l’ennesimo interrogatorio. Il frate eretico e bandito, accusato di blasfemia, colpì l’inquisitore con un «ferro», più probabilmente con le manette, fracassandogli il cranio. Fatto sta che l’inquisitore morì dopo pochi giorni di agonia e La Matina fu condannato al rogo durante l’Autodafé. Don Juan López de Cisneros, con altri notabili spagnoli, fu sepolto nella chiesa di Santa Maria degli Angeli La Gancia (in via Alloro, alla Kalsa), nella cappella di Nostra Signora di Guadalupe che, caso unico, appartiene al clero spagnolo, così come altre due chiese in città, Santa Eulalia dei Catalani (sede dell'Instituto Cervanes) e la cappella di Nostra Signora della Soledad.

La cappella da parecchi anni è in restauro, infiltrazioni d’acqua l’hanno resa inaccessibile al pubblico. Finalmente si potrà rivedere in tutto il suo splendore: domani (lunedì 12 dicembre) alle 11 sarà proprio l’ambasciatrice di Spagna presso la Santa Sede, Isabel Celaá, a inaugurarne l’apertura durante la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice.

I lavori, curati dall’impresa Scacarello, hanno riguardato l’intera cappella: le piogge avevano creato pericolose infiltrazioni e profonde fessure che avevano colpito pesantemente l’intero apparato decorativo. Che è straordinario e in pochi lo conoscono sul serio: marmi mischi, stucchi e puttini del Serpotta, statue, un bellissimo tabernacolo con la sua tela del Gesù Cristo risorto, il gruppo ligneo della Madonna con Bambino, la tela del Bongiovanni, tutto chiuso da una cancellata artistica in ferro battuto. Tutto restaurato con fondi giunti dalla Spagna attraverso il suo consolato. L’intervento ha previsto il ripristino della copertura della cappella, il risanamento strutturale delle murature lesionate, il consolidamento dei marmi interni, e profondi interventi di restauro su tutto l’apparato decorativo.

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