PALERMO. Oriente e Occidente, musulmani e cattolici si incontrano per l’edizione numero 34 de «La macchina dei sogni», che si svolgerà dal 31 maggio al 4 giugno a Palermo, tra palazzo Riso e piazza Bologni.
Il festival del teatro di figura e di narrazione mette insieme quest’anno il mondo arabo-musulmano e quello normanno- cattolico.
Per questa edizione Mimmo Cuticchio ha scelto un museo e una piazza storica.
«Non è più il tempo - spiega Cuticchio - di pensare le differenze di religione o di fede. Ciò che ci interessa è quello che ci unisce e non quello che ci divide. Ho deciso di riportare in scena 'Aladino di tutti i colorì, per dedicarlo ai bambini di tutto il mondo e soprattutto a coloro che soffrono le terribili conseguenze della guerra».
Cuticchio ricorda che «La macchina» ha sempre aperto luoghi inaccessibili, come è accaduto per la caserma Falletta o per palazzo Butera; oggi la scelta di Palazzo Riso è motivata anche dalla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e dalla sezione dedicata alle istallazioni. Tra piazza Bologni e le pareti di Palazzo Riso le mostre e le luminarie, Roberta Barraja e Fabrizio Lupo, gli artigiani del Cresm, nei giardini, hanno realizzato un omaggio alla moschea di Djenne, un istallazione di architettura di terra, una vera e propria moschea fatta solo di terra, senza cemento, secondo la tecnica dei costruttori del Mali. E poi Toti Garraffa e Tania Giordano con «Sagome merlate in balcone», dame e cavalieri, re e regine che si affacceranno dai balconi su Corso Vittorio, mentre «Arabia» di Fabrizio Lupo illuminerà la piazza Bologni con due grandi stelle e quattro totem.
Ma la vera novità è senz'altro Cuticchio che fa da voce recitante per lo spettacolo dei pupari catanesi, i Puglisi, mettendo fine alla tradizionale rivalità tra Catania e il capoluogo dell’Isola.
E ancora, il 3 giugno alle 22,30 «La prima crociata», lo spettacolo centrare del festival, con Mimmo Cuticchio e Yousif Latif Jaralla, il cantastorie iracheno, nato a Baghdad, che vive in Italia da 1980. Yousif è famoso per i suoi spettacoli sui temi della guerra e della spiritualità Sufi. Ha già collaborato con Cuticchio con cui
condivide l’uso ritmico della narrazione.
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