
La Tac eseguita sul cadavere di Paolo Taormina ha confermato che il giovane è stato ammazzato con un colpo di pistola. Circostanza che era stata ammessa dall’assassino, Gaetano Maranzano, fermato dai carabinieri. A casa dell’indagato, che risponde di omicidio, è stata infatti trovata una pistola calibro 9.
Ma c'è un video che, secondo gli inquirenti, ricostruisce passo dopo passo quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica in piazza Spinuzza, a Palermo, dove è stato ucciso Taormina, 21 anni, titolare insieme alla sorella del pub «O Scrusciu». Nel decreto di fermo, che richiama l’annotazione dei carabinieri della Compagnia di piazza Verdi, si legge che le immagini «hanno consentito di identificare l’esecutore materiale dell’omicidio di Paolo Taormina in Gaetano Maranzano».
Secondo quanto ricostruito, «alle ore 2.50, all’esterno del locale O Scrusciu, si verificava una lite tra alcuni giovani». Poco dopo «Taormina usciva dal locale e si avvicinava ai protagonisti della lite verosimilmente con l’intento di sedare gli animi». A quel punto, «un soggetto di corporatura robusta, barba folta scura, occhiali da vista, capelli di media lunghezza, vestito con giubbotto tipo piumino di colore nero e collane con ciondoli raffiguranti crocifissi e pistole, si avvicinava al Taormina e, con un gesto fulmineo, lo colpiva alla testa».
Dalle immagini, aggiunge il provvedimento, si vede poi il gruppo «allontanarsi a piedi in direzione via Ellidoro Lombardo dove salivano a bordo di una Lancia Y di colore scuro, ivi parcata, e si allontanavano in via Roma direzione piazza Sturzo». L’auto, intestata a Maranzano, è stata tracciata attraverso le telecamere comunali «sino a piazza Niscemi altezza Palazzina Cinese», per poi scomparire dal sistema dopo avere imboccato la strada verso lo Zen. «Si precisa - si legge nel fermo - che durante il tragitto l'autovettura sfrecciava lungo il centro urbano di Palermo ad alta velocità, non rispettando né semafori né alcun tipo di segnaletica stradale».
Nel corso della perquisizione, i carabinieri hanno sequestrato nell’abitazione dell’indagato «un giubbotto tipo piumino di colore nero marca Moncler, un paio di scarpe Alexander McQueen di colore bianco e nere, e un pantalone modello cargo in cotone di colore nero». Maranzano ha inoltre consegnato «una pistola semiautomatica marca Sig con guanciole in legno».
Nel corso delle perquisizioni i carabinieri si sono recati anche nell’abitazione di un altro giovane che, secondo le indagini, avrebbe partecipato alla rissa scoppiata davanti al locale e colpito Taormina con una bottiglia. Nella casa i militari hanno trovato e sequestrato «due giacche antipioggia marca K-Way, una di colore blu e una nera, un pantalone tipo tuta grigio marca Nike, scarpe New Balance di colore nero, una tracolla Louis Vuitton e una t-shirt nera con stemma Nike». Nel verbale è inoltre riportato che l'amico di Maranzano custodiva «cinque collane in oro con ciondoli raffiguranti il volto di Gesù, una pistola e un pendente con la scritta King con corona», accessori ritenuti compatibili con quelli indossati durante i fatti, così come ripresi dalle telecamere di sorveglianza.
Nel decreto si legge che il quadro degli elementi «consente di ritenere con rassicurante grado di certezza che l’autore del fatto per cui si procede è da individuarsi nell’odierno indagato», cioè Maranzano. Per il pubblico ministero, «la gravità del delitto contestato e la repentina fuga dal luogo dell’aggressione» giustificano il fermo per pericolo di fuga.
Il provvedimento è stato firmato dal sostituto procuratore Ornella Di Rienzo e vistato dal magistrato coordinatore Maurizio Bonaccorso. L’indagine, coordinata dalla Procura di Palermo, prosegue per chiarire ogni dettaglio della notte di violenza in cui Paolo Taormina ha perso la vita mentre cercava di fermare una lite davanti al suo locale.
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