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Il post su TikTok e la frase de Il capo dei capi: così si mostrava Gaetano Maranzano

Tra l’omicidio e il fermo dei carabinieri, Gaetano Maranzano, ventinovenne dello Zen, accusato di essere l’assassino del ventunenne Paolo Taormina, aveva pubblicato dei post sul suo profilo TikTok. Una semplice foto che lo ritrae a casa, mentre in sottofondo si sente un passaggio tratto dalla fiction Il capo dei capi, la miniserie che ripercorre la scalata mafiosa di Totò Riina fino al suo arresto. «Tu mi arresti? E per che cosa?».

Gaetano Maranzano, già raggiunto da un avviso orale del questore per precedenti per rissa e droga, è figlio di Vincenzo Maranzano, detto «Gnu gnu», condannato a dieci anni per il tentato omicidio dei rivali Giuseppe e Antonio Colombo, che nel 2019 allo Zen erano stati raggiunti dai colpi di pistola esplosi da Letterio Maranzano (condannato a 12 anni, 5 mesi e 10 giorni), Pietro Maranzano, Vincenzo Maranzano e Nicolò Cefali (condannati a 10 anni ciascuno) e Giovanni Cefali (11 anni e 4 mesi). L’agguato si consumò tra via Patti e via de Gobbis il 23 marzo 2021. Tra Maranzano e Colombo non scorreva buon sangue: in guerra fra loro per il controllo della droga allo Zen, gli animi si inasprirono quando i Maranzano decisero di cacciare dal quartiere i rivali. Gli esponenti delle due famiglie si affrontarono fino ad arrivare al far west.

Che oggi invade le strade della movida palermitana. Il giro di armi si è gonfiato, pistole e coltelli sono finite anche nelle tasche dei giovanissimi che frequentano discoteche e piazze. Tra le quali figura proprio l’Olivella. I locali del quartiere del centro storico sono da qualche anno meta di un gruppo in particolare, composto da quasi una quarantina di ragazzi tra i 16 e i 30 anni. La fotografia scattata prima della strage di Monreale, che ritrae Mattias Conti, Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, in compagnia di altri amici, tutti membri di questo gruppo che nei mesi sui social ha esaltato le loro figure, ha come sfondo il muro proprio di fronte al locale dove è stato ucciso Paolo Taormina.

Gruppi e sotto gruppi, che graviterebbero intorno a una compagnia più ristretta che avrebbe preso in mano le redini di una piazza di spaccio allo Zen controllata da una famiglia molto vicina ai fratelli Domenico e Nunzio Serio, a capo della famiglia mafiosa dello Zen e tra i 181 arrestati di febbraio. Dallo spaccio si passerebbe ai furti, con conseguenti cavalli di ritorno, e violenza nei luoghi della movida con l’uso delle armi.

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