
I due corposi dossier sono stati ultimati da giorni e oggi verranno inviati alla Corte dei Conti. Hanno un unico comune denominatore: alla sezione di Controllo Renato Schifani scrive che i termovalorizzatori non solo sono in regola dal punto di vista dell’iter seguito dalla Regione ma non sono sovradimensionati e non inquineranno essendo uguali a quelli in funzione in mezza Europa. Mentre per rispondere alle contestazioni che riguardano la gestione della crisi idrica il presidente indicherà tutti gli investimenti fatti negli ultimi anni che lasciano prevedere «il progressivo superamento dell’emergenza entro il 2026».
In estrema sintesi, il governo ribadirà alla magistratura contabile che non cambierà la propria linea di azione. Né sulla crisi idrica né sull’emergenza rifiuti. Una risposta dal valore tecnico giuridico affidata in fase di stesura a Gaetano Armao ma dal sapore anche politico, visti i rapporti tesissimi fra Schifani e il presidente della sezione di Controllo Salvatore Pilato.
I magistrati contabili avevano inviato ai primi di agosto il risultato di una lunga attività di indagine: due tomi da 150 pagine ciascuno traducibili in una bocciatura delle scelte del governo. «I termovalorizzatori, per quanto in valori minimi, non escludono il rischio di inquinare l’ambiente risultando pericolosi per la salute» è il passaggio cruciale della relazione dei magistrati.
Oggi scade il termine per le controdeduzioni.
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