![Operazione antimafia della Polizia di Stato di Caltanissetta che ha eseguito 55 misure cautelari in tutta Italia. L'ordinanza è stata emessa dal gip di Caltanissetta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di stupefacenti. Reati aggravati dalla disponibilità di armi, anche da guerra, ed esplosivi. All'operazione hanno preso parte 500 agenti di diversi uffici della Polizia di Stato che hanno eseguito anche perquisizioni alla ricerca di armi e droga, 12 marzo 2024. ANSA/US POLIZIA +++ NPK +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++](https://assets.gds.it/2025/02/auto-rubate-970x485-1-800x485.jpg)
Vennero indagati per un grosso giro di riciclaggio di auto rubate: ora il gup ha condannato 12 persone a pene comprese tra 3 anni e 6 mesi e 8 anni. La banda, scoperta dalla polizia, aveva la sua base operativa nel quartiere Sperone di Palermo. Gli indagati alteravano i dati dei telai con punzonature con riferimenti ad auto incidentate, quasi tutte inutilizzabili, acquistate allo scopo.
Montando sulle vetture rubate ripunzonate le targhe delle auto incidentate, gli indagati sono riusciti a metterle in commercio dopo inesistenti collaudi cambiando, fraudolentemente, la destinazione d’uso da «autocarro» ad «autovettura», attraverso la complicità di un infedele impiegato della motorizzazione civile di Palermo, Luigi Costa, oggi condannato a 4 anni e precedentemente processato e condannato per corruzione a 11 anni e 2 mesi.
L’organizzazione avrebbe anche commesso una serie di estorsioni nei confronti dei proprietari di auto rubate, restituite dopo l’esborso di denaro. Nel corso delle indagini vennero accertati 22 casi di riciclaggio di veicoli, 14 estorsioni, per la restituzione di auto rubate commesse con la tecnica del cavallo di ritorno e 8 furti di autovetture.
L’inchiesta partì a giugno del 2022, dopo il furto di una Fiat Panda. Gli agenti del commissariato Brancaccio e la polizia scientifica trovarono un’impronta che apparteneva ad uno degli indagati. Si iniziò da lui per risalire a tutta l'organizzazione.
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