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Le auto riciclate allo Sperone: nuovi guai per Costa, il funzionario della Motorizzazione che contava le mazzette in bagno

Nell’inchiesta sulla banda è coinvolto anche l'impiegato, già condannato a 11 anni e 2 mesi per corruzione. L’uomo nascondeva in casa 590 mila euro dietro l’armadio della camera da letto

Nell’inchiesta sulla banda che riciclava auto rubate allo Sperone di Palermo è coinvolto anche Luigi Costa, 59 anni, funzionario della motorizzazione civile.

Lo scorso anno a febbraio fu arrestato per un giro cospicuo di mazzette alla Motorizzazione. A gennaio è stato condannato a 11 anni e 2 mesi per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.

L’uomo nascondeva in casa 590 mila euro dietro l’armadio della camera da letto. Teneva tutti quei soldi senza grandi protezioni, non in cassaforte, né tanto meno in un doppio fondo: ai poliziotti era bastato spostare pochi vestiti per trovare i contanti nel suo appartamento nella zona del quartiere Oreto.

Costa, che in precedenza era finito in un’altra inchiesta da cui era stato assolto, aveva trascorso tanti anni negli uffici della Motorizzazione di via Onorato.

Secondo i pubblici ministeri Vincenzo Amico e Giulia Beux, il giro di favori in cambio di soldi era cospicuo. Gli agenti della Polstrada, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, piazzarono telecamere e microspie all’interno degli uffici palermitani: Costa fu immortalato mentre contava i soldi in bagno e da lì partì l’operazione con gli arresti.

Le pratiche «pagate» con soldi e regali riguardavano il rilascio di carte di circolazione, cambi di destinazione d’uso dei veicoli, collaudi di impianti Gpl, immatricolazione di mezzi esteri o dismessi dalle forze dell’ordine in Toscana, Lazio e Trentino Alto Adige.
Ora la nuova tegola e il provvedimento di arresti domiciliari.

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