
Un giro ampio, che coinvolgeva utenti e fruitori delle prestazioni specialistiche mediche quasi sempre nuove. Un giro che non si era fermato nemmeno di fronte ai primi trasferimenti dal Cup di due degli otto indagati: spostamenti fatti passare come normale avvicendamento, per non svelare lo svolgimento degli accertamenti da parte della guardia di finanza.
Sono alcuni dei retroscena dell’inchiesta anticipata ieri dal Giornale di Sicilia per la quale, adesso, otto operatori del centro unico prenotazioni del Policlinico rischiano un processo e pesanti sanzioni disciplinari, se non addirittura il licenziamento.
Anche a causa di questo vorticoso giro di persone i finanzieri, coordinati dalla Procura, hanno avuto difficoltà nel dimostrare il reato di corruzione, il primo a essere ipotizzato in un contesto di liste d’attesa gonfiate e truccate anche con l’inserimento di persone morte da anni.
Amici e parenti e raccomandati godevano di un’agenda a parte: non appena si riaprivano le prenotazioni per visite ed esami i primi a essere inseriti erano proprio i raccomandati, che di fatto riducevano fin da subito i posti disponibili per l’utenza, costretta ad attendere mesi, se non anni, per accedere a prestazioni talvolta anche salvavita.
L’azienda ospedaliera aveva già spostato dagli uffici del Cup due dei dipendenti considerati infedeli, Andrea Li Volsi e Antonino D’Amico. Una decisione che non aveva trovato particolare apprezzamento da parte dei due: «Au Cup noautri travagghiavamu, facevamo, dicevamo… facevamo i gare a cu è ca faceva chiù assai prenotazioni e poi viri ca… come ma chiantaru in….», commentava Li Volsi a gennaio del 2022 al telefono con il collega D’Amico, anche lui allontanato nello stesso periodo.
Li Volsi sfogava la sua rabbia contro coordinatori e direttori del Centro, che però «’nna sucano u stissu..». Li Volsi, infatti, si vantava del fatto che, grazie alla disponibilità della collega Fabiola Citarda, riusciva ugualmente a collegarsi ai sistemi, sfruttando le chiavi di accesso dell’ex collega. E continuava a commentare il nuovo lavoro svolto al Cup, che aveva cambiato sistema operativo interno: «Chidda - aggiungeva Li Volsi riferendosi alla coordinatrice - a viriri che casino che combinato. C’è un bordello ‘nna sto Cup e u bello ca idda è soddisfatta. Ma cu ca... si? Ma chi fai?».
Le nuove, vecchie attività svolte con le credenziali della ex collega dovevano però essere coordinate: quando Citarda era in ferie, Li Volsi non poteva assolutamente prenotare nulla, altrimenti sarebbero risultati movimenti anomali. «Ehi, Andre’, ascoltami - diceva Citarda - se devi dare un’occhiata è una cosa, ma se devi prenotare… da giorno dieci. Figurati che anche io devo fare due prenotazioni, una di gastroenterologia una di cardiologia, ma non le posso fare perché sono in ferie: capito?».

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