Da ieri la strada intercomunale che porta all’ex bunker in cui venne tenuto prigioniero e ucciso Giuseppe Di Matteo si chiama via della Memoria: «Vogliamo che chiunque passi da qui ricordi quanto accaduto l’11 gennaio del 1996». A dirlo è stato il sindaco di San Cipirello Vito Cannella che ieri, insieme al collega Giuseppe Siviglia di San Giuseppe Jato, ha scoperto la targa. L’occasione è stata il ventinovesimo anniversario del delitto.
La commemorazione di quest’anno ha fatto registrare però qualche momento di tensione. Dopo la deposizione di fiori e la preghiera nella stanza dove Giuseppe venne tenuto prigioniero, la mamma, Franca Castellese, ha chiesto più attenzione per il Giardino della Memoria: «È un luogo da tenere aperto - ha detto - per dimostrare a certi mostri che questi sono spazi vivi. E aggiungo anche che se non fosse stato per la commissione straordinaria la strada di accesso non si sarebbe mai fatta. Così come va valorizzato il parco urbano dedicato a mio figlio e voluto dalle commissarie».
Un servizio completo di Leonardo Salvia sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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