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Palermo, Confcommercio: «È crisi, serve mettere in campo misure straordinarie»

Patrizia Di Dio

«Servono misure straordinarie per fronteggiare una straordinaria crisi del commercio e del settore moda in particolare, confermata dai primi dati dei saldi invernali. Molti negozi rischiano la chiusura e di conseguenza sono a rischio anche tanti posti di lavoro». Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e vice presidente nazionale di Federmoda Confcommercio, lancia l’allarme sulla grave situazione di crisi economica che investe tanti settori economici ma in particolare i negozi di vicinato e le imprese del settore abbigliamento. Con una lettera inviata al presidente della Regione, Renato Schifani, e all’assessore alle Attività produttive, Edy Tamajo, viene chiesto un incontro urgente per analizzare i dati reali del comparto e presentare le proposte concrete di Confcommercio da attuarsi in tempi rapidi. «La prima proposta - spiega la Di Dio - è quella di istituire un bonus da utilizzare per gli acquisti di articoli di abbigliamento nei negozi di vicinato. La seconda proposta è sostenere le aziende presenti da anni che hanno avuto maggiori perdite dal 2019 ad oggi. Infine sono necessarie agevolazioni a tasso zero sui finanziamenti a cui hanno dovuto far ricorso gli imprenditori in questi ultimi anni. La Regione siciliana ha già previsto analoghe misure in altri campi e certamente non ignorerà le richieste di un settore vitale dell’economia siciliana, delle città e dei centri storici che rischia la perdita di tanti posti di lavoro».

I numeri della crisi, per il presidente di Confcommercio Palermo, sono sotto gli occhi di tutti e sono stati certificati da Unioncamere e dalle principali associazioni di categoria: negli ultimi cinque anni le aziende del settore hanno avuto una significativa perdita di fatturato. Anche dopo la prima settimana di saldi invernali, avviati il 4 gennaio, si registrano cali a doppia cifra negli acquisti che fanno seguito al calo registrato già a dicembre e che si sommano al segno meno degli anni precedenti, condizionati inevitabilmente anche dalla pandemia. «Il calo dei consumi - aggiunge Patrizia Di Dio - è dovuto al ridotto potere d’acquisto delle famiglie che magari hanno anche modificato le loro priorità. Certamente in Sicilia abbiamo il reddito pro capite più basso d’Italia e a questo bisogna aggiungere l’aumento dei costi delle materie prime, l’aumento delle bollette e un 'sentiment' diffuso di scarsa fiducia. Bisogna quindi inquadrare il problema da una diversa prospettiva: i negozi di vicinato, anche quelli più piccoli, sono una parte importante del tessuto sociale cittadino, sono quelli che illuminano le città e che le rendono più sicure dando anche un senso di comunità. Il commercio rappresenta ancora una leva economica decisiva per il nostro territorio e riteniamo che l’allarme, abbondantemente giustificato dai numeri, vada affrontato con tempestività».

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