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Il fulmine a cena e la paura: ora la Braciera di Palermo pronta a ripartire

I detriti caduti dalla vicina torre dell’acqua hanno seminato il panico: quattro feriti, ancora in ospedale una donna

Dallo spavento al sollievo fino alla ripartenza. La Braciera in Villa di via dei Quartieri si prepara a riaprire dopo la serata di terrore vissuta venerdì a causa del fulmine che si è abbattuto sulla torre dell’acqua di Villa Lampedusa, adiacente al ristorante, provocando il crollo di alcuni frammenti di pietra e il ferimento di quattro persone.

Di queste, solo una donna è ancora ricoverata a causa di un forte trauma cranico mentre le altre due, che hanno subito fratture - una alla spalla e l'altra alla mano - sono state dimesse, così come il cuoco che è stato sfiorato in cucina dalla scarica elettrica senza riportare importanti danni fisici.

La ditta incaricata dei lavori di messa in sicurezza della torre, ieri per tutta la giornata, ha lavorato a tempo di record per consentire al locale di proseguire l’attività dopo uno stop di sole 24 ore. La zona, adiacente al gazebo, è stata momentaneamente transennata e chiusa temporaneamente al pubblico: oltre alla rimozione dei detriti e alla verifica statica della struttura, stamattina sarà installata anche una mantovana, una tettoia provvisoria di protezione che si estende dalla parete del manufatto, in maniera da intercettare eventuali cadute di materiali e garantire così la massima protezione a clienti e personale.

Il titolare della Braciera in Villa, Antonio Cottone, ha parlato ieri pomeriggio con la signora che è stata colpita da alcune parti della torre che hanno ceduto finendo al suolo. Stramazzata a terra priva di conoscenza, era stata rianimata sul posto da un anestesista che si trovava in pizzeria insieme a un gruppo di sanitari dell’Asp per una cena organizzata per scambiarsi gli auguri. Trasportata d'urgenza all’ospedale di Villa Sofia sta lentamente recuperando ma sta affrontando la terapia per smaltire l’ematoma che si è formato all’interno del cranio in seguito al trauma.

«Sono veramente dispiaciuto - spiega Cottone -. Avrei voluto trovarmi io in ospedale al posto suo, tenevo molto a farle sentire la mia vicinanza. Abbiamo parlato per poco tempo perché ancora è un pò disorientata, le ho detto che abbiamo ritrovato il suo orecchino che aveva perso dopo l’incidente e che non vediamo l’ora che stiamo meglio per ritornare presto a cenare qui da noi». Il violento nubifragio ha provocato un evento meteorologico rarissimo ed eccezionale: «Abbiamo vissuto una serata di grande paura ma adesso fortunatamente possiamo tirare un sospiro di sollievo. Sappiamo che le quattro persone coinvolte hanno riportato lievi conseguenze fisiche e stanno complessivamente bene, al di là del comprensibile choc. Voglio anche ringraziare alcuni sanitari dell’Asp che erano presenti nel nostro locale e che hanno prontamente prestato i soccorsi», ha raccontato Cottone.

Il rianimatore Pietro Pierconti, dello staff della direzione generale dell’Asp, era presente nel locale ed è stato il primo a intervenire. «Abbiamo notato una donna a terra, probabilmente colpita dai detriti venuti giù dalla torre. Abbiamo praticato il massaggio cardiaco e poi l’abbiamo monitorata in attesa dell’ambulanza». Solo per un miracolo la serata non si è trasformata in una tragedia, così come documenta un video disponibile su gds.it: si vedono le persone che si accingono a sedersi ai tavoli prima del terribile rumore scatenato dal fulmine che ha fatto andare via la luce tra le urla e il panico dei commensali.

«Sono stati momenti di grande tensione - conferma ancora Cottone -. Abbiamo sentito un boato, come se fosse avvenuta un’esplosione e improvvisamente il locale è andato in black out. Ci siamo subito resi conto che era accaduto qualcosa di serio all’esterno e siamo riusciti a intervenire prontamente. I soccorsi sono stati immediati grazie anche alla prontezza di alcuni nostri clienti e all’arrivo tempestivo delle ambulanze. La situazione è adesso sotto controllo, sono stati fatti i necessari rilievi e sono stati rimossi i detriti provocati dal cedimento di una parte della torre che risale al diciassettesimo secolo. Adesso comunicheremo alla Soprintendenza per i Beni culturali di avere eseguito i lavori necessari per ottenere l’autorizzazione a riprendere subito l’attività che, in coincidenza delle feste natalizie, è sempre molto intensa».

 

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