Il locale dove lavorava Mimma Faia, non era privo solo delle più comuni norme di sicurezza: numero di bagni e spazi per i dipendenti insufficienti, planimetrie che non combaciano tra loro e privo dei requisiti di sorvegliabilità: Theo Trattoria non avrebbe avuto i permessi per alzare la saracinesca.
Ad aprile sulle scrivanie degli uffici del Suap era planata la richiesta di licenze necessarie per l’attività di ristorazione, respinta, però, dai dirigenti. La domanda presa in esame e il locale sarebbero stati pieni di falle: «Privo dello spogliatoio e del bagno per i dipendenti e del congruo numero di servizi sanitari destinati alla clientela», si legge nel documento. La planimetria allegata alla Scia risultava «difforme dalla planimetria catastale» e non era segnata «la voce che indica che i locali sede dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande possiedono i requisiti di sorvegliabilità». I titolari quindi non avrebbero potuto «proseguire o avviare l’attività dichiarata», concludono dagli uffici, eppure la trattoria ha continuato a lavorare fino a quando la trentottenne non è stata investita dalla scarica di elettricità che le è stata fatale. La polizia immediatamente dopo l'episodio aveva sequestrato la cucina per le indagini.
Un servizio completo di Davide Ferrara sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia