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La rete di Lo Piccolo tra Genova e Palermo: ecco come la mafia si infiltrava nelle società del Nord

Cosa nostra spadroneggiava grazie alla complicità del titolare delle aziende, interessato a grossi guadagni illeciti

20090703 GENOVA -CRO- MAFIA: SEQUESTRI IMMOBILI PER 5 MLN A GENOVA E PALERMO . L' ingresso della sede della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) a Genova . ANSA/LUCA ZENNARO/ji

Emerge un quadro complesso di rapporti tra Salvatore Lo Piccolo, esponente di spicco della cosca mafiosa di San Lorenzo-Tommaso Natale e la società genovese Due Esse srl, che operava nel settore della logistica e dei trasporti. Una relazione che si sarebbe sviluppata attraverso l'intestazione fittizia di beni e l'assunzione di persone legate al clan, dinamiche che mettono in chiaro ancora una volta come Cosa nostra riesca a penetrare nel tessuto economico legale per riciclare denaro e consolidare il proprio potere.

La figura di Salvatore Mario Lo Piccolo sarebbe il perno centrale di un sistema che lega la criminalità organizzata siciliana con le attività imprenditoriali nel Nord Italia. Dopo essere stato scarcerato nel 2015, Lo Piccolo aveva scelto come suo domicilio proprio la sede della Due Esse, all’epoca un'azienda in fase di grande espansione, poi fallita. Successivamente, però, aveva trasferito la sua residenza in un appartamento nella disponibilità di Gabriele Silvano, l’amministratore dell’impresa: un legame, già di per sé significativo, poi approfondito con il trasferimento nella stessa abitazione di Genova della moglie di Lo Piccolo, Gaetana Sorce e della figlia Valentina. Inoltre, nel 2017, quest’ultima, a 29 anni, era stata assunta come dipendente assieme a Angelo Aniano, marito di Daniela, l’altra figlia di Lo Piccolo, un elemento ritenuto di particolare rilievo da parte degli investigatori perché dimostrerebbe l’infiltrazione della cosca nelle attività aziendali.
Anche Cristina Lo Cicero - nuora di Salvatore Lo Piccolo perché sposata con il figlio Calogero, anche lui uno dei principali esponenti della famiglia mafiosa - nonostante la sua residenza effettiva fosse a Palermo, risultava formalmente impiegata con la 2.0 Trasporti Srl, un’altra ditta genovese strettamente connessa alla Due Esse. Un particolare che, secondo gli inquirenti, confermerebbe che il gotha di San Lorenzo-Tommaso Natale aveva grandi interessi in Liguria tanto da mettere i propri prestanome, oltre che persone di provata fiducia, per controllare il business che avevano avviato.

Nel corso delle indagini, Silvano avrebbe cercato di mettere in atto una serie di manovre per distanziarsi ufficialmente dalla famiglia Lo Piccolo, un tentativo estremo di mitigare le conseguenze dell’inchiesta e soprattutto dell'interdittiva antimafia che aveva colpito la sua azienda, impedendole di partecipare a gare pubbliche o di accedere ai finanziamenti statali.
Per questo motivo era stato escogitato un espediente, cioè di licenziare per giusta causa Salvatore Lo Piccolo a causa della sua fedina penale non proprio immacolata. Tuttavia era stato solo un trucco di facciata poiché Lo Piccolo era stato reintegrato quasi immediatamente attraverso una serie di contratti interinali continuando così a lavorare senza interruzioni e a mantenere la sua influenza sulla «Due Esse». I legali avevano anche cercato di contestare l'interdittiva tramite un ricorso ma una sentenza del Tar aveva riconosciuto la validità delle accuse, basandosi su un'ampia gamma di prove, tra cui intercettazioni e testimonianze, oltre a un’ampia documentazione che avrebbe smascherato tutte le anomalie.

Tra queste c’era anche la proprietà di diversi terreni agricoli acquistati in provincia: di fatto erano riconducibili a Silvano nella sua qualità di amministratore, in realtà rimanevano sotto il controllo effettivo dei Lo Piccolo. Le indagini hanno dimostrato che questi appezzamenti venivano strategicamente curati tramite la «Nexus srl» , una delle società satellite create dalla «Due Esse» per schermare le operazioni illecite. Parallelamente la filiale siciliana della «Due Esse», attiva dall’1 settembre 2019 al 7 gennaio 2021, era stata inaugurata a Carini, in una località strategicamente vicina alla cosca San Lorenzo-Tommaso Natale: una scelta non casuale perché questa espansione avrebbe consentito una gestione più diretta della logistica dei beni e delle operazioni connesse al territorio di influenza del clan.

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