Il gatto con il femore rotto adesso fa la «degenza» dalla sua salvatrice, una donna che nella sua zona di residenza porta cibo e soccorre le colonie di felini ai quali si è affezionata. Ma quando ha soccorso quel micetto che zoppicava vistosamente, non avrebbe immaginato l’odissea vissuta per farlo curare. L’Asp non poteva, i veterinari del canile fanno solo esami e radiografie e quindi il «gatto dove lo metto»? Il caso, che non è l’unico, ha smosso perfino i consiglieri della Quarta commissione consiliare che hanno chiesto lumi alla dirigente dell’Ufficio Igiene e Sanità, Marina Pennisi che ha definito nella nota la situazione «insostenibile».
Le spese per interventi chirurgici sugli animali portati nei canili comunali sono finiti al centro di una diatriba (forse ieri risolta) tra il Comune e l’Asp 6 di Daniela Faraoni. Chi doveva farli? Una legge, la numero 15, è stata infatti letta e interpretata diversamente e , mancando i decreti attuativi, finora ognuno l’ha interpretata liberamente. Gli effetti negativi li ha vissuti il Comune, che nel 2023 ha speso oltre 75 mila euro per operazioni di randagi in cliniche private (circa 5 mila ad animale, tra intervento, degenza e riabilitazione) e ora ha detto basta. Nel 2024 le spese sono scese a 18 mila euro. Non ci sono più soldi e non si intende chiederne, comunque. Il servizio deve essere coperto dai medici dell’Asp, con la quale l’Ente è convenzionato.
«La direzione generale ha disposto che gli interventi di osteosintesi post pronto soccorso possano essere effettuati in formazione nel canile sanitario con la successiva prescrizione di ricovero in diversa e idonea struttura di degenza per la durata prevista dai protocolli - replicano dall’Asp -. Abbiamo assicurato all’assessorato ampia collaborazione nel rispetto delle condizioni organizzative di tutti i soggetti coinvolti. Sulle criticità segnalate dall’assessore Ferrandelli sono in corso verifiche per assumere eventuali provvedimenti appropriati». In parole semplici, un veterinario inviato dall’Asp farà l’operazione con i colleghi meno esperti che così impareranno la tecnica. L'Azienda Sanitaria Provinciale, sebbene operi con personale sottodimensionato, porta a termine annualmente almeno 1.300 sterilizzazioni di cani e gatti randagi vaganti esclusivamente in città. Le strutture municipali sono affollate da cucciolate indesiderate abbandonate da privati cittadini, che spesso lasciano gli animali in estate (quest’anno record di abbandoni) nei pressi della struttura e da cani affetti da piometra. Questa patologia è conseguente alle continue ovulazioni delle femmine, e l'intervento necessario per la cura della malattia comporta costi significativi. ferrandelli insiste sull’importanza della sterilizzazione dei randagi: «Altrimenti si accoppiano almeno due volte all’anno - spiega - dando origine a cucciolate indesiderate. E diventa un circolo vizioso».
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