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«Il massacro? Ero come imbambolato»: ecco perché i periti hanno riconosciuto i disturbi mentali di Barreca

L'ex muratore potrebbe essere portato in una delle due Rems siciliane, a Naso o a Caltagirone, cioè nelle residenze che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari chiusi nel 2015

Giovanni Barreca e la moglie Antonella Salamone

Giovanni Barreca potrebbe essere portato a Naso o a Caltagirone, le due Rems siciliane, cioè le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari, aboliti nel 2013 e chiusi definitivamente il 31 marzo 2015. Si tratta di strutture in grado di tenere in custodia e contemporaneamente di curare le persone affette da disturbi mentali che hanno compiuto reati gravissimi.

Come appunto nel caso dell'ex muratore, accusato assieme alla figlia diciassettenne e ai due cosiddetti Fratelli di Dio, Sabrina Fina e Massimo Carandente, di avere ucciso nella sua villetta di Altavilla Milicia la moglie Antonella Salamone e i due figli Kevin e Emanuel, di 16 e 5 anni, al culmine di un rito che doveva servire a liberare la famiglia da presunte presenze demoniache. Secondo i periti nominati dalla Procura di Termini Imerese, Barreca non è imputabile e non può sostenere il processo perché è incapace di intendere e di volere.

Su provvedimento del Gip di Termini Imerese, Barreca ha già lasciato il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, dove era recluso, in attesa di essere trasferito alla sua destinazione definitiva anche se sono circa 1500 in Italia quelli che attendono di entrare in questi centri che ospitano criminali colpiti una da patologia psichiatrica.

Ha avuto ragione la linea difensiva, sostenuta dall'avvocato Giancarlo Barracato con la consulenza di parte preparata dalla criminologa Roberta Bruzzone e dallo psichiatra Alberto Caputo, che ha dimostrato come il disturbo mentale avrebbe impedito a Barreca di comprendere il significato del proprio comportamento. Lui stesso, in più occasioni, aveva ribadito di essere stato come imbambolato mentre si stava compiendo il massacro e di non avere avuto alcuna cognizione della violenza.

A suffragare questa ipotesi ci sarebbero anche le relazioni dei medici che lo hanno visitato in ognuno degli istituti di pena in cui è stato trasferito per tutelare la sua sicurezza. Esami che avevano confermato che l'uomo, sia nei giorni della carneficina che nei mesi successivi, non era stato in possesso delle proprie facoltà mentali. E ancora oggi sarebbe in preda al delirio mistico tanto da proporre di compiere esorcismi per liberare i compagni di cella dalla presenza delle spiriti maligni.

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