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Gli rinviano la visita in ospedale: giovane detenuto del carcere Malaspina di Palermo dà fuoco alla sua cella

È stata una notte di caos e paura quella vissuta ieri nell’Istituto penale per minorenni Malaspina di Palermo. Un detenuto, insoddisfatto della decisione medica di rinviare la sua visita ospedaliera, ha dato fuoco alla cella, scatenando un incendio che ha richiesto l'intervento del personale penitenziario, compreso quello fuori servizio. Il giovane, che aveva lamentato un dolore a un piede dopo una caduta in doccia, non ha accettato il responso del medico di guardia, secondo cui non vi era urgenza e la visita poteva essere effettuata il giorno successivo. La sua reazione è stata drastica: ha incendiato lenzuola e materassi, innescando un pericoloso rogo.

La situazione è rapidamente degenerata. Mentre le fiamme si diffondevano, gli agenti della polizia penitenziaria sono intervenuti per contenere l’incendio e mettere in sicurezza il reparto. Alla fine, su disposizione del comandante dell’istituto, il detenuto è stato comunque portato in ospedale, ma gli esiti radiologici hanno confermato che si trattava di un semplice trauma contusivo. Il rientro al Malaspina è avvenuto a mezzanotte e mezzo, lasciando dietro di sé una scia di danni e tensione.

A denunciare la gravità dell’episodio è Paolo La Corte, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), che descrive la serata come una vera e propria «follia. È assurdo che adesso i detenuti arrivino a dare fuoco alle loro celle per ottenere ciò che vogliono, anche quando le loro richieste sono prive di fondamento», ha detto La Corte, sottolineando il rischio corso dagli agenti impegnati nello spegnimento delle fiamme e nel ripristino della sicurezza.

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, ha rincarato la dose, evidenziando come questo episodio sia solo la punta di un iceberg di una situazione esplosiva nelle carceri siciliane. «Il senso di impunità è ormai a livelli allarmanti», ha dichiarato Capece. «Da anni denunciamo che la sicurezza nelle carceri, a cominciare dalla protezione del personale di Polizia Penitenziaria, viene trascurata. Episodi come quello del Malaspina vengono considerati solo numeri da alcuni, ma per noi sono la testimonianza di una situazione ormai fuori controllo».

Il SAPPE rinnova l’appello ai vertici della giustizia minorile affinché siano adottate misure urgenti per garantire la sicurezza negli istituti. «Non possiamo accettare che gli agenti di Polizia Penitenziaria debbano rischiare la vita ogni giorno solo per fare il loro lavoro, rappresentando lo Stato in contesti difficili», ha dichiarato Capece. La richiesta è di introdurre «regole ferree e una presenza forte dello Stato, per evitare che i detenuti violenti possano continuare a creare disordini nella totale impunità».

Capece ha concluso con un richiamo alla necessità di un intervento immediato: «La situazione delle carceri siciliane, e del Malaspina in particolare, richiede una risposta decisa e tempestiva. Se non si interviene subito, il rischio è che eventi simili diventino sempre più frequenti, mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti».

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