«Lucia Borsellino ribadisce concetti che condividiamo e da anni portiamo avanti, anche con la fiaccolata silenziosa che ogni anno a Palermo illumina la città: sulla morte di suo padre e soprattutto sulle indagini che seguirono, c’è stato il più grande depistaggio della storia d’Italia. Da allora sono passati ben 32 anni e siamo ancora lontani dalla verità. Oltre tre decenni sono un tempo lunghissimo ed è ora che, seppure con gravissimo ritardo, si faccia piena luce, proprio come chiede per l’ennesima volta Lucia, e noi con lei.
Fratelli d’Italia è alla guida della commissione parlamentare Antimafia e sin dai primi giorni dal suo insediamento ha chiesto e cercato chiarezza su questa vicenda, giungendo a risultati insperati e comunque mai conseguiti prima d’ora. Paolo Borsellino parlò di un amico che lo aveva tradito e definì la Procura di Palermo un covo di vipere. La verità non può più attendere, fare piena luce è per noi un dovere morale».
Lo ha detto il deputato palermitano Carolina Varchi, responsabile Mezzogiorno di Fratelli d’Italia.
Pellegrino: «Vicina ai figli di Borsellino, fare piena luce sulla strage»
«Le indagini e i processi sulla strage che portò alla morte del giudice Paolo Borsellino rappresentano una grande opportunità per fare piena luce su quanto accaduto più di 30 anni fa a Palermo. Sono vicina ai figli di Borsellino e alla loro lotta per verità e giustizia. Quanto sta avvenendo in queste ore non può e non deve offuscare l’obiettivo che l’Italia deve avere di dare finalmente un responsabile alla strage di Via D’Amelio. Il diritto alla verità è imprescrittibile come lo è il delitto di strage. Mi auguro che tutte le parti di questa storia riescano a fare chiarezza su quegli anni così bui per la nostra Nazione». Lo dichiara in una nota la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino, coordinatore nazionale nel partito del dipartimento Tutela vittime.
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