In attesa delle operazioni di recupero del Bayesian, il veliero affondato davanti alla costa di Porticello, per esaminare l’imbarcazione e la scatola nera dalle quali si attendono elementi decisivi, l’attenzione di investigatori ed inquirenti si concentra sulle cause del naufragio avvenuto all’alba di lunedì, in seguito a una tromba d’aria. E si fa sempre più strada l’ipotesi di una catena di errori alla base dell’incidente.
Le indagini della Capitaneria di porto sono coordinate dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, che fin dall’inizio ha mantenuto uno strettissimo riserbo sull’inchiesta, annunciando una conferenza stampa solo per sabato prossimo. Si indaga per naufragio, disastro, omicidio plurimo e lesioni. L’ipotesi su cui si stanno concentrando gli inquirenti sarebbe appunto quella di una presunta catena di errori umani che avrebbe provocato l’affondamento dello yacht. La deriva mobile, parzialmente alzata, potrebbe avere avuto un ruolo determinante nella minore stabilità dello scafo, insieme ad alcuni portelloni aperti, che avrebbero imbarcato una grande massa d’acqua in poco tempo, favorendo il rapido inabissamento del veliero. E ancora i motori spenti e il mancato funzionamento del sistema che in questi casi dovrebbe sigillare i boccaporti e gli accessi all’interno.
Di tutta questa possibile serie di errori ha parlato anche Giovanni Costantino, amministratore delegato di Italian Sea Group, la società che ha rilevato Perini Navi, azienda costruttrice del Bayesian. «Tutto ciò che è stato fatto - dice - rivela una sommatoria lunghissima di errori. le persone non dovevano essere nelle cabine, la barca non doveva essere all’ancora. E poi perché l’equipaggio non sapeva della perturbazione in arrivo? Era tutto prevedibile». L’evento accaduto, aggiunge Costantino «avrebbe rappresentato un rischio pari a zero se fossero state fatte le manovre corrette e se non fossero intervenuto delle situazioni che hanno compromesso la stabilità della nave».
Sarà l’inchiesta a dare le risposte. Il pm Raffaele Cammarano ha già interrogato tra martedì sera e ieri il comandante dello yacht, James Cutfield, e gli altri superstiti. Il capitano neozelandese avrebbe dichiarato di non essersi accorto dell’arrivo improvviso della tempesta. Resta tuttavia da capire come sia stato possibile che un’imbarcazione di 56 metri, dotata di tutte le più sofisticate tecnologie e apparecchiature radar, sia potuta colare a picco in pochi minuti, come dimostrano i video acquisiti dagli inquirenti dalle ville e da un circolo velico della zona.
Una volta completate le operazioni di recupero delle sette vittime saranno disposte dalla procura le autopsie sui corpi all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. Per questi atti irripetibili tutte le persone interessate alle indagini, sia come presunti responsabili sia come parti lese, vanno avvisate e messe in condizione di assistere, personalmente o attraverso propri legali e consulenti esperti. Ci saranno dunque le prime iscrizioni nel registro degli indagati.
Al momento i 15 superstiti hanno scelto di farsi seguire nella vicenda giudiziaria da una importante compagnia legale inglese che dovrebbe curare anche i delicati aspetti legati ai risarcimenti assicurativi. Tra i sopravvissuti al naufragio figura Angela Bacares, 57 anni, moglie di Mike Lynch, il magnate britannico che con i suoi amici e il legale di fiducia stava festeggiando la recente assoluzione dall’accusa di frode negli Usa. La signora Bacares è la responsabile della società proprietaria del Bayesian, il veliero gestito dal broker Camper e Nicholsons.
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