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«Enrico è lassù, dove lo amano come voi»: dolore e commozione a Palermo ai funerali del bimbo annegato in piscina

Palermo.Funerali del piccolo Enrico Fertitta. 06-08-2024 Il pianto di un’intera comunità. Qui sopra la piccola bara bianca di Enrico Fertitta, morto a tre anni, viene portata fuori dalla chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù Nella foto piccola in alto i peluche e gli orsacchiotti poggiati sul feretro e qui accanto padre Gianni Notari del Gonzaga Campus, asilo del bimbo

Il silenzio è interrotto dai singhiozzi dei presenti, tutti stretti intorno a Giuseppe Fertitta e alla moglie Chiara. Ieri mattina a Palermo, nella chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù, in via Filippo Parlatore, a dare l’ultimo saluto al piccolo Enrico, c'erano tantissimi amici, conoscenti, ma anche appartenenti alla comunità ecclesiale, gente comune che ha deciso di far sentire la propria vicinanza al papà, alla mamma, al fratellino di otto anni, colpiti da un dolore tremendo. Il bimbo di soli tre anni è annegato infatti venerdì pomeriggio nella piscina della villa di famiglia, in via Tritone, a Sferracavallo, dove i Fertitta trascorrevano le vacanze.

In chiesa sono tutti sotto choc, soprattutto i prossimi congiunti del piccolo. Padre Gianpiero Cusenza, parroco di Santa Teresa, maneggia con cura la vicenda, rivolgendo alla coppia e al fratellino di Enrico parole di conforto: «Siamo destinati a una vita senza fine perché, dopo la vita terrena, ci attende il paradiso dove siamo certi che Enrico sia già - dice il sacerdote -. Avete cercato di spiegare al fratellino maggiore dove si trova Enrico, che è come un angelo. Non possiamo trovare altre risposte se non queste, Enrico è stato accolto da un abbraccio ancora più grande del vostro, che lo avete amato e supportato in questi anni di vita».

L’omelia è stata interrotta più volte dal pianto dei numerosi presenti, che rivolgevano gli occhi arrossati alla piccola bara bianca, circondata dai peluche e dai pupazzi preferiti del piccolo (nella foto). Sopra c’era un cuscino di fiori, rose bianche, sulle quali scorreva un nastro.

«In situazioni come queste - ha proseguito padre Cusenza - nessuno ha parole di consolazione e ricette da dare. L’unica parola può venire da Dio. In questo momento sembra tutto finito, ma le grazie del Signore non sono finite, dobbiamo credere in tutto quello che ci dice Dio». Parole che rimbombano in un silenzio assordante e che scivolano tra i banchi di una chiesa gremita. A mostrarsi vicini alla sofferenza della famiglia Fertitta anche i colleghi di lavoro di Pippo Fertitta, informatore medico-scientifico, i genitori dei compagni di scuola del piccolo Enrico, che frequentava il nido del Gonzaga Campus.

La Procura, come atto dovuto, ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Da quanto emerso finora dalle prime indagini condotte dal commissariato San Lorenzo, il piccolo stava riposando con il papà quando si è svegliato e si è recato in giardino, sfuggendo al controllo del genitore. Per gioco si è tuffato in piscina. Solo all’arrivo della ragazza che si occupa di badare ai piccoli di casa, i familiari si sono accorti della tragedia: non trovando più il bambino accanto a sé, l’uomo ha cominciato a cercare il figlio in giro per la casa fino a quando non ha trovato il corpo in acqua. Disperato, si è tuffato per tirarlo fuori e provare a rianimarlo, mentre le urla strazianti della mamma hanno messo in allarme i vicini che hanno subito chiamato i soccorsi e le forze dell’ordine. In via Tritone si sono precipitate due ambulanze con a bordo un rianimatore che per circa un’ora ha provato a rianimare il piccolo ma non c’è stato nulla da fare. La tragedia è avvenuta il giorno prima del compleanno di Enrico, che era sabato: nella villa infatti erano in corso i preparativi per la festicciola del bambino. Pippo Fertitta col fratello ha inventato diverse app per tutelare la salute delle mamme in gravidanza.

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