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Palermo, inchiesta sul centro nel mirino dei boss

La denuncia di Addiopizzo sulle infiltrazioni mafiose nell’economia legale: si muove la polizia. Verifiche sulle società che operano nella movida, nel food e tra le case vacanza

Il nuovo Eldorado delle cosche di Palermo si starebbe sviluppando tra via Maqueda, corso Vittorio Emanuele, via Emerico Amari e via Isidoro La Lumia, che rappresentano una delle mete preferite del grande business della movida e del turismo. In queste strade del divertimento, fra ristoranti, pub, friggitorie, bar, birrerie, pizzerie, botteghe di souvenir e prodotti tipici siciliani, Cosa nostra potrebbe avere reinvestito negli ultimi anni una parte dei capitali provenienti dai suoi affari, a partire dal traffico di droga. Lo scenario illustrato dalla recente iniziativa di Addiopizzo, lanciata in occasione del ventennale dell’associazione contro il racket, potrebbe essere dunque destinato ad allargarsi ulteriormente, visto che i controlli si estendono anche ad alcune piccole strutture ricettive.

I nuovi pizzini («Quale economia nelle vie Maqueda, La Lumia, Amari, corso Vittorio?») sono stati affissi nella notte tra venerdì e sabato scorsi e la tesi che sottendono - gli interessi mafiosi dietro i nuovi grandi affari - era già oggetto di analisi da parte delle forze dell’ordine, che grazie ad Addiopizzo adesso hanno colto nuovi spunti investigativi. L’indagine della polizia ipotizza che alcuni prestanome, persone per lo più incensurate e quindi formalmente irreprensibili, possano avere agganciato commercianti in difficoltà e amministratori dal volto pulito in grado di offrire le proprie competenze, soprattutto nel campo della ristorazione e tra le case vacanza, per favorire il passaggio del denaro sporco in attività formalmente lecite ma controllate dalla mafia.

Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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