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I funerali di Onorato a Palermo, gli amici: «Progettava il futuro e aveva ancora tanti sogni»

I banchi della cattedrale sono gremiti, gli occhi arrossati e lucidi, mentre padre Filippo Sarullo celebra l’ultimo saluto all’imprenditore

I banchi della cattedrale a Palermo sono gremiti, gli occhi arrossati e lucidi, mentre padre Filippo Sarullo celebra l’ultimo saluto all’imprenditore Angelo Onorato. L’incredulità aleggia sulla chiesa, mentre in prima fila, la moglie, l’eurodeputata Francesca Donato, si tiene per mano con i figli, Totò e Carolina «di cui eri molto fiero», ricorda la sorella dell’architetto, Laura. Con gli amici più intimi, Onorato parlava di futuro prossimo. Pianificava vacanze: ad ottobre avrebbe dovuto essere al Saie di Bologna, la fiera delle costruzioni, «come facevamo ogni anno», racconta Carmelo Meola nei minuti che precedono la funzione. Ma sopratutto era coinvolto negli eventi più immediati, che riguardano la campagna elettorale delle elezioni europee, affrontate per la Nuova Dc, partito in cui «giocava un ruolo molto attivo - spiega Carmelo Pace, capo gruppo all’Ars della Dc - e di cui Francesca è un membro moto stimato. Da qui a qualche giorno ci sarà l’appuntamento a Tusa: ci stavamo sentendo per organizzarci, per capire chi avrebbe fatto cosa, come pianificare bene tutto. Normali conversazioni di sempre».

È proprio questo suo atteggiamento, che continua a non convincere i tantissimi presenti della tesi del suicidio. Anche se nel merito si entra in punta di piedi: «Se sapessi cosa è successo - prosegue Meola - non sarei qui. E l’origine non è economica - aggiunge - era un grande imprenditore e non aveva problemi economici. Lasciamo lavorare gli inquirenti, non sappiamo nulla. È una cosa talmente strana». Meola, anche lui architetto come l’amico imprenditore, era sul posto quando la moglie e la figlia hanno ritrovato il corpo: «Eravamo insieme - racconta - la moglie mi aveva chiamato chiedendomi se Angelo fosse con me, le ho risposto che non l’avevo visto. Io non ho voluto guardare, la mia compagna si è avvicinata».

Tra i banchi della Cattedrale regnano sgomento e commozione: «È come se Angelo, mentre se na va, ci consegnasse questa luce - dice padre Sarullo nella sua omelia - come se dicesse ‘’ricordati sempre di questa luce, la luce del Cristo risorto’’. Carolina e Totò - aggiunge rivolgendosi ai figli - fate tesoro degli insegnamenti di vostro padre, siate la forza per vostra madre, Francesca, come lei sarà per voi». E proprio la moglie, Francesca Donato, ricordando il marito dopo le celebrazioni, ha lanciato un appello: «Pregate per dare una speranza di futuro a questa città e la Sicilia, non dobbiamo lasciarla in mano a chi risolvere con odio e morte i problemi. La nostra battaglia sarò improntata alla giustizia per Angelo».

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