«Resistenza libera». È il grido che preannuncia la partenza del corteo dell’antimafia sociale: circa duecento i partecipanti tra studenti, associazioni, sigle sindacali e centri sociali che hanno riempito le strade del centro di Palermo nel giorno della commemorazione della Strage di Capaci.
Concentramento ai piedi del dipartimento di Giurisprudenza, dove Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti degli eroi caduti nella lotta alla mafia hanno mosso i loro primi passi. Proprio come lo scorso anno il corteo si è disteso fino a raggiungere l’incrocio con tra la via Notarbartolo e via Leopardi, dove poi si è sciolto per raggiungere i tanti palermitani già concentrati sotto l’Albero Falcone.
Prima della partenza un flash mob con alcuni ragazzi travestiti da agenti antisommossa ha richiamato gli episodi accaduti lo scorso anno, quando una volta raggiunta la via Notarbartolo la manifestazione è entrata in contatto con la polizia, dando vita a scontri che hanno generato polemiche nei giorni a venire.
Tra i partecipanti anche Nino Morant, nipote di Vincenzo Agostino, da poco scomparso: «I tanti ragazzi presenti oggi mi danno speranza - ha detto - il futuro siamo noi. La lotta la sto continuano come mi ha insegnato mio nonno: parlando nelle scuole, con i Comuni e proseguendo una lotta che non deve fermarsi con le loro morti. È dura, ma continuano farmi forza per lui».
«Le cose non cambieranno - dice un altro ragazzo - ma dobbiamo impegnarci per esserci e per dimostrare che le persone ci sono e l’impegno ci sarà sempre». Al fianco dei manifestanti anche Elly Schlein, segretario del Partito Democratico: «Dobbiamo sempre continuare a lottare per arrivare alla verità sulle stragi e sui mandanti esterni. È una battaglia di giustizia per lo Stato e per la dignità della Repubblica Italiana. Bisogna continuare a rinnovare l’impegno contro ogni forma di criminalità e le infiltrazioni della mafia nella politica, nelle istituzioni e nell’ambito economico», ha detto a margine.
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