A piangere la morte di Luigi Carollo, lo storico attivista dei diritti sociali, non è solo la Palermo arcobaleno ma tutta la città. Al suo funerale laico a San Mattia ai Crociferi
c’era un mondo che adesso si sente orfano della sensibile lungimiranza del compagno di tante battaglie. Tante, tantissime le persone che hanno voluto esserci per l’ultimo saluto al coordinatore del Palermo pride che stava già pensando all’edizione 2024 del 22 giugno. Fu proprio lui, nel 2009, a credere che il capoluogo siciliano fosse il luogo ideale per ospitare uno dei più importanti pride d’Italia.
E non è un caso che non volle chiamarlo gay ma Palermo pride perché quello che si vuole è rivendicare i diritti di tutti. E se per Massimo Milani, protagonista del primo
matrimonio omosessuale con Gino Campanella nel 1993, «le parole non bastano perché è il non detto a esprimere la tristezza più profonda», la sorella Vera, durante l’omelia laica dice commossa che il vuoto che lascia Luigi «è immenso, immenso come te». Mirko Pace e Daniela Tomasino di Arcigay sottolineano i «rapporti di intesa» che Carollo sapeva instaurare con la gente mentre per l’ex sindaco Leoluca Orlando, Carollo è stato «un profeta laico che lascia una prospettiva di futuro a questa città».
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