Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell'Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, indirizzata al Provveditorato degli studi e al Prefetto di Palermo, sul tema delle polemiche sorte dopo il no dei ragazzi all'intitolazione ad Impastato dell'istituto Savarino di Partinico.
Come Casa Memoria Impastato, in seguito alle polemiche scaturite dalla vicenda relativa alla denominazione del Liceo di Partinico, chiediamo che si agisca in nome della democrazia e nel rispetto della decisione presa democraticamente, secondo il regolare iter dal Consiglio d’Istituto (sia nel 2022, sia nel 2024), intitolando dunque in tempi rapidi la suddetta scuola a Felicia Peppino Impastato.
Sono stati per noi, familiari di Felicia e Peppino Impastato ed attivisti di Casa Memoria, giorni di grande amarezza, lenita soltanto dalla solidarietà che ci è stata rivolta da centinaia di persone, realtà, associazioni di tutta Italia.
Ci sentiamo solidali ai Consigli d’Istituto (sia quello che votò nel 2022, che l’attuale) che hanno agito con coraggio in un clima difficile, diffamati ed accusati di essere non democratici, quando invece l’iter seguito, come scritto sopra, è stato regolare e democratico: iniziato con delle consultazioni, poi con una discussione tra i vari rappresentanti, si è concluso con un voto (nel primo caso all’unanimità, nel secondo a maggioranza) a favore del cambio di denominazione della scuola, da Santi Savarino a Felicia e Peppino Impastato.
È stato fatto da più voci riferimento ad un referendum avvenuto tra gli studenti del liceo, questo sì privo di regolarità, con un voto non segreto fatto per alzata di mano, in un clima di tensione che sicuramente non ha favorito nei ragazzi né serenità, né consapevolezza. Un referendum, che se pur fosse stato realizzato secondo le giuste norme (ad esempio il voto segreto), sarebbe stato comunque privo di potere decisionale, perché la democrazia si fa seguendo regole che ne garantiscono il corretto svolgimento, non “a furor di popolo”, così insegna la nostra Costituzione.
Riteniamo gravi le posizioni prese dall’amministrazione comunale di Partinico guidata dal sindaco Rao che già lo scorso anno voleva presentare una mozione per negare l’intitolazione a Felicia e Peppino (un’ingerenza inaccettabile perché la politica che amministra un Comune può esprimere un parere, ma non ha alcun potere decisionale sulle scelte di una scuola). Il Comune in quell’occasione, dopo aver ricevuto tantissime critiche a livello nazionale, fece un passo indietro, accettando l’intitolazione a Felicia e Peppino.
Adesso le responsabilità di un eventuale diniego al cambio di intitolazione sono state concentrate tutte sugli studenti, partendo da questo anomalo referendum che li ha messi di fatto in cattiva luce di fronte a tutta l’Italia, facendoli passare per chi preferisce un personaggio come Savarino, vicino alla mafia e al fascismo, piuttosto che due simboli della lotta alla mafia, come Felicia e Peppino Impastato. Gli studenti hanno usato (o forse sono stati indotti ad usare) parole che hanno amareggiato tutti, hanno parlato di un Peppino “divisivo”, termine che ha offeso tutte quelle persone che in questi anni si sono unite nel suo nome, simbolo concreto della lotta alla mafia.
Noi vogliamo dialogare con questi studenti, ascoltarli e parlare con loro, perché non crediamo siano contro Peppino Impastato o che inneggino la mafia, anche se questo da più parti hanno voluto far emergere. La divisione l’ha creata una politica becera che si è voluta impuntare nel non accogliere il nome di Peppino (e quello di sua madre) nella scuola da lui frequentata, preferendogli un personaggio che oltre ad essere firmatario delle leggi razziali è stato vicino al boss mafioso Franck Coppola. Tutto questo ha gettato addosso agli studenti di Partinico il classico stigma dei “siciliani mafiosi”, un marchio da cui, come siciliani liberi, ci battiamo quotidianamente per emanciparci, cercando di diffondere una cultura ed una mentalità libera dal giogo della mafia.
Questa politica non può accettare che l’azione antimafiosa di Peppino Impastato abbia una forte connotazione ideale. Pensiamo che chi vuole negare le sue scelte politiche, quelle che l’hanno spinto a lottare contro la mafia, voglia annacquare la storia di un intero Paese. Vogliono alimentare un qualunquismo ed un revisionismo storico tanto di moda di questi tempi, quello che cancella la memoria e nega la verità. Peppino scelse da quale parte stare: quella dei più deboli, degli sfruttati, contro il potere e la politica corrotta. Se questo è divisivo, noi lo rivendichiamo. Allo stesso tempo sappiamo che la scelta coraggiosa di Peppino, di saper rompere con la mafia, a partire da una rottura perpetrata all’interno della propria famiglia mafiosa, ha unito tanti mondi diversi che si sono riconosciuti nel suo impegno contro la mafia e nei suoi valori: la difesa della Democrazia e della Libertà. Alla scelta di Peppino si aggiunge quella di Felicia, da tutti riconosciuta come donna di Democrazia, di Giustizia e Partigiana della lotta alla mafia.
Purtroppo questa amministrazione ha fatto fare una brutta figura al suo paese, ne ha addirittura fatto una questione di campanilismo tra Cinisi e Partinico, continuando ad esprimersi in favore di Savarino, sminuendone i fattori che lo rendono inquietante (la contiguità al fascismo e alla mafia), e subito dopo facendo passi indietro cercando di confondere le acque con altre possibili intitolazioni (strumentalizzando a proprio favore altri esponenti dell’antimafia di tutto rispetto), non trovando fino in fondo il coraggio di esprimere apertamente la sua ostilità nei confronti di Peppino Impastato, antifascista e antimafioso.
Speriamo venga accolto il nostro appello a ripristinare la democrazia e onorare due persone che hanno dedicato la loro intera vita alla lotta alla mafia.
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