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Palermo, non diede false informazioni: assolto il chirurgo agrigentino Porrello

Il professionista era stato accusato dal professor Gaspare Gulotta, ex primario al Policlinico, che era finito ai domiciliari nell’inchiesta dei carabinieri del Nas su presunti concorsi truccati e poi era tornato in libertà

Il giudice monocratico della quinta sezione del tribunale di Palermo Vincenza Gagliardotto ha assolto, «perché il fatto non costituisce reato», il chirurgo agrigentino Calogero Porrello, di 60 anni, attualmente responsabile del reparto di chirurgia toracica della clinica Noto-Pasqualino, che era stato accusato di false informazioni al difensore dal professor Gaspare Gulotta, di 72 anni, ex primario di Chirurgia toracica al Policlinico di Palermo, che era finito ai domiciliari nell’inchiesta dei carabinieri del Nas su presunti concorsi truccati. Il professore era tornato libero dopo alcuni mesi.

La vicenda è legata alla morte di Rosaria Venutelli, di 70 anni, deceduta il 12 dicembre 2017 al Policlinico di Palermo a seguito di complicanze per una colica renale. Per questa vicenda sono sotto processo quattro medici (tra i quali Gaspare Gulotta). E proprio nell’ambito di questo procedimento, durante la fase delle indagini, Porrello, all’epoca dei fatti in servizio al Policlinico, fu convocato dal legale della famiglia Venutelli, per rendere dichiarazioni in merito al decesso in questione.

Nel corso del processo, spiega l’avvocato Giovanni Castronovo, che assiste Porrello, la difesa del medico agrigentino «ha dimostrato intanto che la denuncia era scaturita dall’astio di Gulotta nei confronti di Porrello, poiché quest’ultimo, con le sue dichiarazioni, ha svelato tutta una serie di fatti, poi ampiamente riscontrati dai carabinieri, che portarono all’arresto di Gulotta». E inoltre nel corso del dibattimento la difesa ha dimostrato «che i reparti di Chirurgia generale e Chirurgia toracica, di fatto, costituivano un unico reparto, ragion per cui Porrello aveva titolo e modo per conoscere le vicende cliniche della signora Venutelli, avendone anche un interesse personale, visto il rapporto di amicizia che legava la paziente all’allora compagna dell’imputato. Da qui la decisione del tribunale di assolvere Porrello».

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