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La strage di Altavilla, Barreca conferma il massacro: «Passammo dalle preghiere alle torture»

La strage di Altavilla, nella mente del muratore rimane la convinzione che nella casa c’era il diavolo. E torna a ringraziare la coppia di complici

Tutta la famiglia era piena di demoni e per questo dovevano pregare in modo da liberarsi da queste malefiche presenze. La situazione, però, sarebbe cambiata con l’ingresso nella loro vita di Sabrina Fina e Massimo Carandente: da quel momento in poi il livello della purificazione si sarebbe alzato fino a rendere necessarie le torture all’interno della villetta di Altavilla Milicia. Al suo avvocato Giancarlo Barracato, che ieri pomeriggio lo ha incontrato in carcere ai Pagliarelli, Giovanni Barreca ha confermato la partecipazione della coppia ai riti durante i quali sono morti la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni.

«In quella casa non si pregava più – ha detto l’avvocato Barracato dopo il colloquio – perché sostiene che con l’arrivo di Massimo e Sabrina il demonio sarebbe stato schiacciato con una modalità diversa, cioè con le torture. Ha avvertito questo cambiamento anche se gli mancano tanti passaggi che sta cercando a fatica di far riaffiorare. Non riesce ad andare oltre, anzi è tornato a ringraziare la coppia per averlo aiutato ma, allo stesso tempo, non riesce a spiegarsi perché la famiglia non c’è più». Ma, ancora volta, Barreca ha spiegato che il sacrificio dei suoi cari sarebbe stato inevitabile per liberarli dal diavolo continuando a ripetere i suoi deliri da fanatico religioso. Ha perfino ringraziato i due «fratelli di Dio» che lo avrebbero utilizzato come strumento: nella sua mente, infatti, è rimasta la convinzione che nella casa c’era il diavolo e che le sue azioni siano state dettate dalla volontà di liberare tutti dalla possessione. «Non li accusa direttamente – a parlare è ancora il legale - anzi prova gratitudine per loro. Però piange e si dispera perché non c’è più la sua famiglia e si chiede perché è stato sottoposto a questa prova». Barreca ha ribadito che Sabrina e Massimo sarebbero rimasti a lungo nella villetta - anche se non è riuscito a fornire un’esatta collocazione temporale – e che, in quelle giornate maledette, avrebbero fatto e ricevute chiamate al telefono e scambiato messaggi con qualcuno ma non ha saputo dire con chi i due parlassero: in questo senso saranno decisivi i risultati dei tabulati e delle celle dei telefonini, che faranno luce sui contatti e sulle relazioni tra gli indagati.

L’ipotesi, tutta da verificare, è che fossero in contatto con altri seguaci ai quali potrebbero aver detto cosa avveniva durante il massacro. Un nuovo mistero a cui si aggiunge quello del ritrovamento di un video che mostrerebbe alcune immagini della carneficina, particolare però smentito dal legale di Barreca. I due presunti istigatori della strage, che sono passati al contrattacco chiedendo un incontro con i magistrati di Termini Imerese, hanno giurato di essere innocenti, ammesso di essere entrati e usciti più volte dalla casa e accusato Barreca e la figlia minorenne di essere gli autori dei delitti e che, sempre loro, gli avrebbero impedito di chiamare il 112 per avvisare i soccorsi. Una tesi rispedita al mittente: «Barreca non ricorda di avere bloccato nessuno. Però non si spiega come mai, visto che lui era come imbambolato, come mai nessuno abbia bloccato le torture». E l’avvocato ha negato anche il fatto che tra Antonella, Kevin e la diciassettenne ci fossero forti dissapori e rapporti molti tesi, così come avevano riferito Sabrina e Massimo: «Erano discussioni normali che riguardavano la crescita dei giovani, non c’erano gravi problemi familiari».

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