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Università fantasma, pronta una class action degli studenti beffati: sarà presentata al tribunale di Londra

Sono stati in centinaia tra il 2022 e il 2023 a iscriversi, pagando costose rette annuali - fino a 20 mila euro - per una laurea in Medicina o altre facoltà

Oltre 50 studenti che si sono iscritti all’università italo-bosniaca, guidata dal presidente del dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet, il palermitano Salvatore Messina (nella foto), presenteranno una class action davanti al tribunale di Londra, dove ha sede una delle società in cui confluivano i soldi pagati dagli iscritti ai corsi. IL professore Messina è ricercato. Dalla Bosnia sono partiti infatti sette mandati di arresto per questa vicenda, sulla quale indaga anche la procura di Palermo.

L’azione collettiva è finalizzata alla richiesta di risarcimento del danno subito dai ragazzi che, non solo hanno sborsato migliaia di euro per lauree non riconosciute dal ministero per la Ricerca scientifica, ma hanno per anni frequentato inutilmente corsi privi di qualunque valore legale.

L’azione di risarcimento sarà portata avanti dagli avvocati Gabriele Giambrone e Mario Bellavista dello studio legale Giambrone & Partners che nei prossimi giorni depositeranno una denuncia anche alla procura di Palermo che da mesi indaga per truffa sul cosiddetto Bosnia-Gate, che vede al centro proprio Messina.
Sono stati in centinaia tra il 2022 e il 2023 a iscriversi pagando costose rette annuali - fino a 20 mila euro - per una laurea in Medicina, Odontoiatria e Farmacia, Veterinaria, Fisioterapia e Logopedia, Podologia, Ortottica e Infermieristica. Nel mirino dell’inchiesta della Procura di Palermo sono finiti anche alcuni ospedali presso i quali l’università garantiva il tirocinio agli studenti.

Nei giorni scorsi Anna Maria Bernini, ministro dell’Università, ha reso noto che il ministero non ha mai autorizzato né l’Università di Goradze né il Dipartimento degli studi europei «Jean Monnet» di Palermo ad attivare corsi universitari e a rilasciare titoli accademici, secondo le procedure vigenti. Per questo motivo, precisa, non si può parlare di Università di Goradze. Non si tratta, infatti, di una Università ai sensi dell’ordinamento italiano. Il ministro ha parlato durante il question time alla Camera. Il 22 febbraio scorso il ministero aveva diffidato il Dipartimento Jean Monnet, trasmettendo contestualmente i relativi atti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per le opportune valutazioni di competenza sugli eventuali profili relativi a pubblicità ingannevole. «Stiamo pensando alla segnalazione sul nostro sito dei casi sospetti se ciò sarà compatibile con la normativa», ha affermato il ministro Bernini, ricordando che il Mur «non ha poteri sanzionatori». L’Istituzione di Goradze non risulta essere in possesso dell’accreditamento neanche nel Paese di origine, la Bosnia Erzegovina.

Il sito (jeanmonnet.uk) è stato oscurato e compare una spiegazione, secondo la quale «si ritiene di dover sospendere tutte le attività fino a quando non verrà chiarita la regolarità di tutte le azioni svolte dal Dipartimento di Studi Europei Jean Monnet, rimango a disposizione per eventuali richieste di tipo amministrativo-documentale da parte degli studenti; le comunicazioni dovranno essere inviate per e-mail a [email protected]».

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