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Inquinamento del fiume Nocella, la Bertolino condannata a risarcire il Comune di Partinico

La Cassazione ha stabilito che la distilleria dovrà versare un milione e 115 mila euro, che si vanno ad aggiungere ai già liquidati 131 mila euro per il «danno d’immagine»

La Distilleria Bertolino

La distilleria Bertolino dovrà pagare per interno la cifra del risarcimento danni in favore del Comune di Partinico, pari a un milione e 115 mila euro, che si vanno ad aggiungere ai già liquidati 131 mila euro per il «danno d’immagine». Così è stato stabilito da un’apposita ordinanza della terza sezione civile della Cassazione che ha respinto in toto l’articolato ricorso che era stato presentato dalla titolare dell’industria insalubre di prima classe, Antonina Bertolino, contro la sentenza di appello.

Erano stati presentati sei motivi di opposizione alla condanna in sede civile del pagamento dei danni ambientali per gli scarichi inquinanti, nel periodo compreso tra settembre 1991 e settembre 1992. Situazione che determinò il degrado del canale Maltempo, del torrente Puddastri e del fiume Nocella: condotta per la quale, a suo tempo, era stata riconosciuta anche la responsabilità penale di Antonina Bertolino. La suprema corte ha stabilito che il danno quantificato in sede di appello è congruo ed è stato determinato sulla base di precise e accertate responsabilità. Danno che, come da sentenza adesso divenuta definitiva, è stato quantificato nella misura del 70 per cento rispetto al documentato degrado ambientale provocato nei fluviali in cui scaricava l’industria. Il restante 30 per cento è addebitato ad altri scarichi inquinanti che sarebbero stati sversati da altre aziende del territorio non identificate.

Nel ricorso l’azienda insalubre di prima classe aveva avanzato tutta una serie di contestazioni riguardo soprattutto alla quantificazione della stima del danno: anzitutto ponendo l’accento sul mutato scenario normativo in materia ambientale. Ad essere contestato anche il passaggio in cui si parla di danno ambientale provocato «ininterrottamente per un anno»: la tesi dell’azienda è che i Nas parlarono di «due soli episodi a settembre del 1991 e a settembre dell’anno successivo». Secondo la Cassazione, sulla base invece del compendio probatorio analizzato, «gli sversamenti erano ricorrenti e non si riducevano al solo momento delle ispezioni dei Nas».

Nel rigettare il ricorso la suprema corte ha anche stabilito il pagamento per intero delle spese processuali a carico dell’industria quantificate in circa 13 mila euro. Soldi che dovranno essere spesi in modo mirato come stabilito in sede civile: la maggior parte delle somme, quasi 800 mila euro, dovranno essere destinati all’efficientamento del depuratore comunale e alla tombatura degli scarichi illeciti e alla progettazione e realizzazione di una rete di monitoraggio e campionamento delle acque superficiali del sistema fluviale Nocella. Con un’altra parte di questi fondi si dovrà anche realizzare una campagna di indagine condotta da una task force per il controllo del corridoio fluviale Puddastri-Nocella.

«Presenteremo adesso uno o più progetti, fino alla compensazione della somma che ci è stata riconosciuta, adeguati alle prescrizioni imposte nell’ordinanza - afferma soddisfatto il sindaco Pietro Rao -. Per noi un grande risultato, un riconoscimento per il territorio che è stato danneggiato così come è oramai stato riconosciuto da sentenze divenute definitive e irrevocabili».

La distilleria Bertolino dovrà pagare per interno la cifra del risarcimento danni in favore del Comune di Partinico, pari a un milione e 115 mila euro, che si vanno ad aggiungere ai già liquidati 131 mila euro per il «danno d’immagine». Così è stato stabilito da un’apposita ordinanza della terza sezione civile della Cassazione che ha respinto in toto l’articolato ricorso che era stato presentato dalla titolare dell’industria insalubre di prima classe, Antonina Bertolino, contro la sentenza di appello.

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